Mada Masr (10/04/2017). Traduzione e sintesi di Emanuela Barbieri.
Con un bilancio di 50 morti e oltre 100 feriti nei due attentati del 9 aprile 2017, Domenica delle Palme, il presidente Abdel Fattah al-Sisi, dopo una riunione del Consiglio di Difesa Nazionale tenutasi a tarda notte, ha parlato alla nazione in un discorso televisivo annunciando 3 mesi di stato di emergenza nazionale.
Nel caso venga effettivamente applicato lo stato di emergenza, sarebbe la prima volta dopo l’adozione della Costituzione del 2014 e dalla sentenza del 2013 della Corte Suprema Costituzionale che hanno imposto limiti ai poteri presidenziali e dichiarato incostituzionali certe caratteristiche della legge 1958 sullo stato di emergenza.
Due domande si presentano a seguito della dichiarazione di al-Sisi nella notte di domenica: cosa significa “stato di emergenza” sotto l’attuale legislazione e in che modo differirebbe tale stato di emergenza nel 2017 rispetto al lungo periodo di norme restrittive disposte dal presidente deposto Hosni Mubarak durante la sua trentennale presidenza?
Procedure necessarie che precedono lo stato di emergenza
al-Sisi ha affermato che lo stato di emergenza sarebbe attuato in accordo con le “necessarie procedure giuridiche e costituzionali.”
Queste procedure legali sono definite dall’articolo 154 della Costituzione egiziana del 2014, in cui si afferma che il presidente deve consultare il gabinetto prima di emettere una dichiarazione ufficiale, dopo di che la decisione deve essere sottoposta al Parlamento.
Una maggioranza parlamentare deve approvare la dichiarazione entro sette giorni dalla sua emissione perché lo stato di tre mesi di emergenza entri in vigore. Terminato questo periodo, può essere esteso solo per altri tre mesi con un voto di maggioranza di due terzi.
Tuttavia, come già accaduto precedentemente nel nord del Sinai, il governo e il Parlamento potrebbero aggirare i limiti dei termini stabiliti dalla Costituzione, lasciando passare giorni o settimane dopo ogni periodo di sei mesi.
Se il Parlamento si rifiuta di ripristinare lo stato di emergenza, il presidente, in virtù della Costituzione, non ha il potere di sciogliere l’organo legislativo durante lo stato di emergenza, mossa che gli concederebbe i poteri normalmente investiti nella Camera dei rappresentanti.
La sentenza della Corte Suprema Costituzionale che limita lo stato di portata di emergenza
Solo un mese prima della cacciata di Morsi, il 2 giugno 2013, la Corte Suprema Costituzionale ha emesso una sentenza che ha definito incostituzionali alcuni punti della legge 1958 di emergenza.
La sentenza ha annullato una parte importante della legge che dava al presidente il diritto, sotto lo stato di emergenza, di arrestare e detenere coloro che sono sospettati di mettere in pericolo la sicurezza nazionale e di dare la caccia a persone e invadere le proprietà senza rispettare le limitazioni del Codice di procedura penale. La sentenza ha privato il presidente della possibilità di delegare il ministro dell’Interno per condurre arresti senza mandato e detenzioni amministrative, caratteristica dello stato di emergenza del deposto presidente Mubarak.
A seguito della sentenza della Corte Suprema Costituzionale l’articolo annullato non è stato sostituito. Il Parlamento può ora modificare la legge di emergenza per ripristinare una qualche forma di detenzione amministrativa conforme a tale sentenza. Una potenziale modifica richiederebbe una maggioranza dei due terzi del Parlamento per essere ratificata.
Quali poteri rimangono sotto lo stato di emergenza?
Nonostante queste limitazioni, la legge di emergenza concede ancora al presidente di un certo numero di poteri eccezionali, in modo significativo l’uso di tribunali di emergenza per tutta la durata dei tre mesi.
La legge garantisce al presidente, e a coloro che agiscono per suo conto, il potere di rinviare i civili alle corti di sicurezza. Lo stato di emergenza subordina le sentenze della corte di emergenza all’approvazione dell’esecutivo, il presidente ha il diritto di modificare, annullare, sospendere o ordinare una modifica nella decisione presa dai tribunali di emergenza.
La legge di emergenza estende anche la competenza dei poteri presidenziali, garantendogli il diritto di emanare direttive scritte o orali come: monitorare e intercettare tutte le forme di comunicazione e di corrispondenza, imponendo la censura prima della pubblicazione e confiscando le pubblicazioni esistenti, imporre un coprifuoco o ordinare la chiusura delle imprese commerciali, il sequestro di proprietà private, così come designare le zone per l’evacuazione.
L’articolo 4 della legge di emergenza concede alle Forze Armate l’autorità di affrontare eventuali violazioni di tali poteri.
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