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Continua la crisi governativa in Yemen

Al-Quds Al-Arabi (05/09/2014). Traduzione e sintesi di Omar Bonetti.

La capitale yemenita ieri è stata il teatro di due distinte manifestazioni, una pro e una anti governativa. Nello specifico, un inviato dell’AFP ha confermato che centinaia di migliaia di sostenitori del presidente Abd Rabbo Mansur si sono radunati nella capitale per sostenere la loro opposizione al gruppo Ansar Allah, appartenente agli houthi, che da due settimane si è appostato alle porta della città per chiedere le dimissioni dell’attuale governo.

Dal canto loro, decine di migliaia di houthi hanno protestato sulla strada che porta all’aeroporto di Sana’a. In modo particolare, Taha al-Motawakkil, un membro degli Ansar Allah ha invitato i manifestanti di “ribellarsi civilmente”, sottolineando l’importanza di continuare a fare pressione. Al-Motawakkil, inoltre, ha annunciato che altre manifestazioni avranno luogo domenica e lunedì allo scopo di protestare contro la decisione presa dal presidente yemenita di formare un nuovo governo e di abbassare i prezzi del carburante.

Oltre a ciò, finora, durante gli scontri di giovedì tra gli houthi e le tribù filogovernative che hanno avuto luogo al confine tra i due governatorati Al-Jawf e Ma’rib a nordest della capitale, 22 persone hanno perso la vita.

Lo Yemen è sopraffatto da un crisi politica dall’inizio della fase di transizione, quando l’ex presidente Ali Abdallah Saleh ha lasciato il potere nel febbraio del 2012 dopo quasi un anno di proteste da parte della comunità sciita.

Ultimamente, però, l’escalation di tensione ha coinvolto gli houthi, che appartengono alla confessione zaidita sciita, opposti a gruppi sunniti, come la Congregazione Yemenita per le Riforme, vicina ai Fratelli Musulmani, ai salafiti, alle tribù sunnite o alleate con i sunniti.

Nello specifico, anche se lo Yemen è un paese prevalentemente sunnita, gli zaiditi rappresentano la maggioranza nelle zone settentrionali del Paese, specialmente nel governatorato di Sa’da. Tuttavia essi stanno estendendo la propria presenza dal 2011, soprattutto dopo le sette guerre che si sono succedute nella capitale tra il 2004 e il 2010.

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