Consiglio di lettura: “Uno sguardo ferito” di Rabah Belamri

rabah belamri

L’Algeria è un Paese particolare. Trapelano scarse notizie di attualità, è un mistero affascinante, ma quasi impenetrabile. Il presidente, Abdel Aziz Bouteflika, sembra un highlander sopravvissuto ad attentati e numerose malattie.

Qualcosa in più si sa del passato di questo Paese, in particolare a proposito della lunga e sanguinosa guerra d’indipendenza. Proprio in questo periodo è ambientato il romanzo di Rabah Belamri “Uno sguardo incrociato”.

Racconta la storia di Hassan, un ragazzino che vive in un paesino della Cabilia che improvvisamente inizia a diventare cieco. È colpito da una malattia che si potrebbe benissimo curare in città, ma la povertà della famiglia e la mentalità tipica dei posti più isolati, portano il ragazzino da un santone all’altro finché non perde definitivamente la vista.

Sullo sfondo, più o meno offuscato, c’è la realtà del Paese sconvolta da questa guerra che purtroppo diventa anche civile, tra i fellaga, che assomigliano molto ai nostri partigiani, e gli harki, gli algerini che combattono per i francesi.

Hassan, il protagonista, condivide la cecità con lo stesso scrittore, l’algerino Rabah Belamri, nato a Bougaa nel 1946. Nel 1972 si trasferisce a Parigi dove si stabilisce fino al 1995, anno della sua morte. Ha pubblicato numerose raccolte di poesie e racconti. “Uno sguardo ferito” è l’unico suo romanzo tradotto in italiano. È stato pubblicato da Mesogea nel 2013 con la traduzione di Caterina Pastura.

Buona Lettura!

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