Devo confessarlo: questo libro mi ha proprio appassionata! C’erano tutti quegli elementi che mi fanno divorare un romanzo.
Prima di tutto l’ambientazione storica, di quelle costruite minuziosamente e attentamente. I fatti si svolgono tra il 1923 e il 1948 in Palestina, tra la neo-ribattezzata Tel Aviv, Gerusalemme e Haifa.
L’intreccio tra finzione e storia è giocato alla perfezione. Il lato umano di personaggi come Golda Meyer, una dei protagonisti, è raccontato in maniera così verosimile da farti dubitare, ogni tanto, che il romanzo sia frutto dell’immaginazione dell’autore.
Lo stile, fluido, leggero, che scorre senza intoppi e ti fa correre sulle pagine per scoprire cosa succederà dopo, anche se la Storia non si può imbrogliare. Il 1948, la Nakba, incalza prepotente e pesa sul destino dei personaggi e della Palestina.
La storia principale racconta la storia d’amore, complicata e ad intermittenza tra Golda Meyer, appunto, e Albert Pharaon, un importante banchiere palestinese. Una relazione condannata in partenza, quindi, clandestina e pericolosa.
Il romanzo è stato pubblicato da Edizioni E/O nel 2004, con la traduzione dal francese di Gaia Panfili. L’opera originale, infatti, è stata scritta proprio in francese, visto che Sélim Nassib, scrittore libanese, risiede a Parigi dal 1969.
Buona Lettura!