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Christopher Ross addossa al Marocco e a Polisario il fallimento dei negoziati sul Sahara

Alif Post (25/01/2012). Traduzione di Ilaria Antoniello

Christopher Ross, l’inviato personale del Segretario Generale dell’Onu per il Sahara Occidentale, ha invitato il Marocco e Polisario a sfruttare l’atmosfera creata dalla Primavera araba per avviare nuovi negoziati per la risoluzione del conflitto del Sahara Occidentale. Inoltre, ha osservato che l’assenza di una crisi acuta è stato uno dei fattori che ha permesso alla comunità internazionale di far cadere nell’oblio tale questione.

Queste dichiarazioni sono arrivate attraverso un comunicato dell’ONU in seguito all’avvicinarsi di un nuovo incontro tra Marocco e il Fronte Polisario a Manhasset, negli Stati Uniti, sotto l’egida delle Nazioni Unite. Sarà l’ottavo dopo il fallimento dei sette round precedenti. Christopher Ross sostiene che gli sviluppi che interessano la regione, come la Primavera araba, devono spingere le due parti a dare il via a una serie di negoziati, anche perché la situazione attuale non è più accettabile. Oltre a ciò Ross afferma che le elezioni che hanno luogo nella regione e le proteste dei giovani per una vita migliore potrebbero favorire l’avvio delle trattative e la loro conclusione.

Christopher Ross non ha dubbi nell’addossare al Marocco e al Fronte Polisario la responsabilità di questa situazione di stallo, a causa della loro ostinazione. Il primo insiste sulla proposta di autonomia per i Saharawi come unica soluzione al conflitto, mentre il secondoosso tiene ostinatamente che la soluzione più adeguata sia il referendum per l’autodeterminazione.

L’inviato personale valuta la Primavera araba una buona spinta per il Marocco e il Fronte  Polisario a tenere conto di questi sviluppi e a mostrare più impegno nei confronti delle forze regionali e internazionali per porre fine a questo conflitto. Evidenzia così da un lato la costanza dei tentativi dell’ONU nel risolvere un conflitto che è durato per decenni, e dall’altro il rifiuto di far continuare a vivere i Saharawi negli accampamenti di Tindouf, dove le condizioni di vita sono drammatiche.

L’inviato delle Nazioni Unite ha espresso la sua opinione circa il perdurare del conflitto e l’indifferenza mostrata dalla comunità internazionale e l’ha messa in relazione con l’esistenza di un’altra questione  nell’agenda internazionale, ovvero il dover prestare attenzione alle questioni di emergenza. Situazione di emergenza sulla cui soluzione si concentrerebbero gli sforzi della comunità internazionale e che, invece, manca nel Sahara Occidentale perché al momento non c’è una crisi politica.

Marocco e Polisario si incontreranno a Manhasset il prossimo febbraio in occasione dell’ottavo round di negoziati. Tutto lascia presupporre che si tratterà dell’ennesimo fallimento a causa dell’ostinazione delle due parti nel rimanere sulla propria posizione, l’autonomia per il Marocco e lo svolgimento del referendum per il Polisario.