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Che relazione c’è tra la campagna antislamista di Macron e il sostegno ad Haftar ?

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Il ruolo ambiguo della Francia in Libia e le rivendicazioni dei gilet gialli

L’opinione di Al-Quds. Al-Quds Al-Arabi (26/04/2019). Traduzione e sintesi di Alessandro Tonni.
Durante la conferenza stampa di giovedì scorso, il presidente francese Emmanuel Macron ha esposto nei particolari i provvedimenti previsti per tamponare la crisi delle proteste che la Francia conosce da circa sei mesi, sotto la guida dei cosiddetti “gilet gialli”.

Il presidente ha affrontato due questioni: il laicismo e l’immigrazione, ed entrambe, come è noto, riguardano specialmente gli arabi, i musulmani, e gli africani.

Anche se Macron ha tentato una soluzione politica per fare fronte alle richieste dei manifestanti, la sua rassicurazione sui tempi di attuazione delle “riforme” ha frustrato le loro aspettative. Essi, dunque, hanno promesso di tornare nuovamente in strada per protestare, a partire da sabato. Sul fronte dell’immigrazione, invece, il presidente ha rivendicato la necessità di rivedere la linea di azione, in modo da “incoraggiare una cooperazione congiunta con i paesi africani e per porre dei limiti al fenomeno”.

L’elemento nuovo nel discorso di Macron è stato il riferimento ai “valori fondanti della Repubblica francese” , la critica da lui espressa in relazione al “confessionalismo”, la sua esortazione ad opporsi a quanti vorrebbero imporre un “islam politico separato” dalla società francese. Perciò, ha proposto dei provvedimenti, tra i quali, la “chiusura delle scuole che non rispettano le leggi della Repubblica” e la “lotta al terrorismo”.

Questa è stata la dichiarazione di Macron nell’ultima conferenza stampa: “ non dobbiamo mettere la maschera quando parliamo di laicismo”. È una dichiarazione schietta e allineata alla retorica dell’estrema destra francese che non ha peli sulla lingua quando intende manifestare la sua avversione verso arabi, musulmani, africani, e migranti in generale (e nasconde bene la propria avversione verso gli ebrei, ovviamente). Ma è anche un intervento che mette insieme il tema della cosiddetta “lotta al terrorismo” con quello “dell’ordine pubblico e della sicurezza”.

A ben guardare, è questo il filo che lega la ricetta per affrontare la crisi delle proteste dei gilet gialli con il discorso allusivo di Macron riguardo all’ ”islam politico ”. Infatti, i musulmani, gli arabi, e gli africani sono al centro del movimento dei “gilet gialli” e sono quelli maggiormente colpiti dalle “riforme” di Macron. Quindi, assumere una posizione di attacco verso gli arabi e i musulmani è una tattica abietta per disorientare le proteste dei francesi.

Naturalmente, non c’è da sorprendersi che la narrativa di Macron sia tutta orientata verso la destra estrema, poiché essa ricalca la retorica dei suoi alleati, l’Arabia Saudita e gli Emirati. Essi, dal canto loro, issano il baluardo della lotta al terrorismo e all’ “islam politico” per supportare controrivoluzioni e generali votati all’uso della forza contro gli oppositori, per non parlare dei loro orientamenti politici. Questo aspetto della questione svela l’ipocrisia della “lotta all’islam politico”, evidenzia che il suo scopo è quello di piegare gli arabi mettendoli a ferro e fuoco, con la convinzione che questo risolva le questioni dell’ “immigrazione” e del “laicismo” francese ! Tutto ciò, in gran parte, fornisce le ragioni per spiegare il coinvolgimento diretto francese in sostegno ad Haftar, le mire dell’amministrazione Macron su Tripoli e dintorni (così come, in precedenza, su Bengasi e Derna), l’esodo di massa da parte di decine di migliaia di libici.

Ma come farà Macron a giustificare il fatto di avere contribuito ad arrestare un processo di soluzione politica sabotando un governo ufficialmente riconosciuto dopo aver finto di sostenerlo ?


Al-Quds Al-Arabi è un quotidiano panarabo indipendente di attualità politica, culturale, sociale.

Vai all’originale:

https://www.alquds.co.uk/ما-علاقة-هجوم-ماكرون-على-الإسلام-السي/

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