Centinaia di arresti e oltre 10 morti: la due giorni di referendum per i Fratelli Musulmani

Articolo di Marco di Donato.

Copertoni bruciati, manifestazioni, slogan contro i militari. La strategia di boicottaggio dei Fratelli Musulmani si è tradotta in un piano di contestazione ben preciso con annesse inevitabili, violente, ripercussioni: centinaia sono finiti in prigione, altri non hanno avuto la stessa fortuna trovando la morte.

Sono stati due giorni intensi per la Fratellanza, vissuti all’ombra di un Paese impegnato nel voto per la nuova Costituzione. Due giorni nei quali si è ripetuto, identico forse solo con più foga, un copione che va avanti da tempo: contestare l’attuale governo con ripetute manifestazioni di piazza, non riconoscere alcuna legittimità al processo costituente.

Secondo Ikhwanweb.com, in questi giorni si sono rivissute le stesse violazioni e frodi tipiche dell’epoca Mubarak. In questo ha giocato a vantaggio dei Fratelli l’appello dell’ex presidente egiziano (Hosni, non Muhammad) a votare “sì”, dichiarazione facilmente utilizzabile a loro favore. 

I Fratelli musulmani hanno provato in ogni modo a far sentire la loro voce: dando vita a scioperi della fame, organizzando conferenze, manifestazioni, rilasciando numerose dichiarazioni agli organi di stampa. Se sconfitta deve essere, come del resto è stata, si è cercato almeno di sfruttare la nuova sovraesposizione mediatica che ha vissuto l’Egitto per far sentire la propria voce. Anche a costo di lasciare “nuovi” martiri sul terreno.

I Fratelli musulmani hanno denunciato la chiusura del giornale di partito, la violazione dei diritti dei detenuti, le violenze perpetrate dalle forze di sicurezza ai danni dei manifestanti. I media vicini alla Fratellanza hanno condiviso e fatto circolare a più riprese le drammatiche immagini dei morti e dei feriti durante questi due giorni e, bisogna riconoscere, che persino parte della stampa mainstream occidentale sembra essersi accorta che in questa due giorni di voto non ci sono state soltanto lunghe code ai seggi e balli di gioia in onore del presidente al-Sisi.

Un primo risultato, strategico dal punto di vista della Fratellanza, è stato raggiunto.

 

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