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“Borderlife” di Dorit Rabinyan

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Dal blog Con altre parole d Beatrice Tauro

Mentre aspettavo che la toilette per donne si liberasse, mi domandai se in quella degli uomini, dall’altra parte del muro, anche Hilmi stesse leggendo la scritta sulla serratura – OCCUPIED – pensando ai Territori”.

Dorit Rabinyan borderlifeQuesta citazione ci catapulta immediatamente nel cuore di questo bellissimo romanzo, “Borderlife” della scrittrice israeliana Dorit Rabinyan, edito da Longanesi. E’ la storia di un amore impossibile, negato, osteggiato per il semplice motivo che i due innamorati appartengono a due mondi tanto vicini quanto immensamente lontani. Lei si chiama Liat ed è di Tel Aviv, lui si chiama Hilmi e viene da Ramallah. Si incontrano per caso a New York, in un pomeriggio autunnale, complice l’assenza di un amico comune.

Tra i due giovani scatta immediatamente un feeling che li spinge l’uno verso l’altra, inesorabilmente, inevitabilmente. Un amore pieno, appassionato, che rende i due giovani amanti un unico essere. Se non fosse per i continui non detto legati alla situazione dei loro paesi, alla guerra continua che i loro popoli si combattono ormai da decenni, ai pregiudizi e ai sospetti delle rispettive culture nelle quali sono nati e cresciuti. L’incontro in un luogo neutro e cosmopolita come la città che non dorme mai, permette a Liat e Hilmi di vivere nella spensieratezza questo legame dal sapore temporaneo: Liat sa bene che quando la sua borsa di studio all’università finirà dovrà tornare in Israele. Nella sua mente non compare affatto l’ipotesi di restare per iniziare un cammino di vita con Hilmi. Lui invece in questo amore ci crede, e crede anche che potrà in qualche modo essere più forte e più grande di quella divisione di potere e di terra che invece dilania i loro popoli dall’altra parte del pianeta. Per evitare litigi i due giovani evitano di parlare di politica ma quando succede si sveglia in entrambi l’orgoglio sopito, lo spirito identitario e il desiderio di rivalsa sull’altro. Liat e Hilmi finiscono per impersonare Israele e Palestina nel loro eterno conflitto.

E l’amore che i due si ritrovano a vivere diventa fine a se stesso, Liat non può condividerlo con la propria famiglia, che l’ha sempre messa in guardia dall’accompagnarsi con ragazzi palestinesi e che si aspetta un imminente matrimonio con un ebreo come lei. Hilmi invece presenta Liat a parte della sua famiglia, ma l’incontro non sarà dei più fortunati perché inevitabilmente i discorsi scivoleranno verso la politica e la contrapposizione si farà dura anche fra loro.

“E se non avesse nulla a che vedere con la terra?”Rabbrividisco nel suo grembo. “Quale terra?” “Quella per cui gli ebrei e arabi combattono da tanti anni”, continua con gli occhi chiusi e un’ombra di sorriso amaro sulle labbra “Se invece riguardasse esclusivamente il sole, tutta questa guerra?” Sembra sbigottito, quando bisbiglia: “Guarda tu, una guerra per il sole. Che roba …” E’ un’illusione, lo sanno perfettamente entrambi che quella guerra che si combatte ormai da un tempo infinito è per conquistare centimetro dopo centimetro una terra contesa, una terra che non conosce pace, che vive nel dolore, nel terrore, nei sospetti e nella sofferenza, resa ancora più insopportabile dalla sperequazione che il lungo conflitto ha finito per generare, tuttavia solo da una parte della barricata.

Il romanzo è ispirato alla vera storia dell’autrice, che durante un soggiorno a New York incontrò l’amore della sua vita, un artista palestinese con il quale attualmente vive a Neve Shalom, un’oasi di pace a metà strada fra Tel Aviv e Gerusalemme dove convivono pacificamente ebrei e arabi palestinesi. Questo romanzo, per la potenza del suo messaggio d’amore, di pace e di speranza era stato consigliato nelle scuole israeliane ma è stato censurato dal Ministero dell’Istruzione.