Articolo di Katia Cerratti
Una festa di colori, profumi, folclore, arte, danze e musiche tradizionali, dal Bollywood alla danza persiana, dal massaggio ayurvedico alla gastronomia e alle arti marziali, un magico bazar in cui l’Oriente esprime, in tutte le sue forme, la cultura millenaria di paesi lontani. Tutto questo è il Festival dell’Oriente, giunto alla settima edizione, in programma alla Fiera di Roma dal 30 maggio al 2 giugno.
Con oltre 500 stand e 400 spettacoli, il festival è un’autentica finestra sul mondo orientale, dal Giappone al Marocco, dalla Corea al Nepal, dalla Birmania all’Indonesia e a tanti altri Paesi, arricchita da seminari, padiglioni dedicati al benessere psico-fisico, alla cucina, alle arti marziali e al folclore.
Tra i Paesi partecipanti anche India e Iran, rappresentati da due artiste molto amate dal pubblico italiano e internazionale, la coreografa e danzatrice indiana del genere Bollywood, Ambili Abraham, e l’attrice e regista iraniana Aram Ghasemy, che per il festival cura la danza persiana.
Espressione di quei due pianeti che tanto affascinano l’immaginario collettivo, Hollywood e Bombay, il fenomeno Bollywood sta riscuotendo sempre più successo in Italia ed è stata la stessa Abraham a portarlo per prima nel nostro paese, al suo arrivo nel 1999. Caratterizzata dalla fusione di stili diversi come l’ hip hop, la danza tradizionale indiana, la danza moderna, nonché il flamenco e il rock ‘n’roll, questa particolare espressione artistica rappresenta il genere cinematografico che meglio traduce la dolcezza e la sensualità delle storie d’amore indiane, fatte di umorismo e di gioia di vivere. Qualità perfettamente incarnate dalla coreografa indiana, reduce dal grande successo del programma “Si può fare”, su Rai Uno, in qualità di coach, nonché dell’ultima edizione di “Ballando con le stelle” , sulla stessa rete.
Di origine diversa ma altrettanto suggestiva, la danza dell’attrice Aram Ghasemy, radicata nelle Corti della Persia del passato, come quella della dinastia Qajar (1781-1925) e caratterizzata da eleganti movimenti che non sconfinano mai nell’eccesso ma disegnano figure delicate e sensuali, coadiuvate dalla forza della mimica. Una forza che si ritrova anche in altri tipi di danze della Ghasemy, come la Qashqai, la danza nomade e folk persiana, o anche la danza spirituale ispirata ai sufi, e in altre forme d’arte messe in scena dalla versatile attrice iraniana, che ha infatti maturato una grande esperienza con il teatro dei cantastorie, ricordiamo il grande successo de “Il potere di Zahhak” e lo spettacolo “Ciao fratello. Un incontro tra Pulcinella e Mobarak”, in scena, nel febbraio scorso, al Museo Nazionale d’Arte Orientale a Roma.
Due grandi artiste dunque, che dall’India all’Iran, attraverso la danza e la recitazione, condividono radici e arte con il pubblico del Festival dell’Oriente, rendendolo, insieme alle altre discipline e settori, un evento magicamente multietnico, crocevia di arte, cultura e storia. Da non perdere.