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“I baroni di Aleppo” di Flavia Amabile e Marco Tosatti

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Dal blog Con altre parole di Beatrice Tauro

Quello che vi propongo oggi è un interessante libro che attraverso le vicende dell’Hotel Baron di Aleppo ripercorre un secolo di storia siriana.

L’Hotel Baron venne fondato alla fine del diciannovesimo secolo dalla famiglia Mazloumian, armeni fuggiti dal loro piccolo villaggio nell’Anatolia orientale e approdati ad Aleppo, denominata all’epoca “piazza del mondo, cuore della rosa dei venti, approdo ultimo delle antiche navigazioni di terra, le vie della seta, delle spezie e dell’incenso”.

Quando il villaggio natio dei Mazloumian venne preso d’assalto dagli ottomani, il capofamiglia Krikor raccolse le loro poche cose e le caricò sul dorso di un mulo. Lasciarono la loro terra per dirigersi verso un futuro lontano dalla guerra e dalle persecuzioni. Dopo due settimane di cammino la famiglia Mazloumian arrivò ad Aleppo, dove spinta dall’idea di dotare la città di un posto dignitoso per i viaggiatori che non volevano sostare nel caravanserraglio, fondò l’hotel Baron, primo albergo degno di tale nome in un Paese mediorientale.

Gli autori del libro, in una incalzante narrazione ricostruiscono le vicende della famiglia Mazloumian, intrecciando il racconto con le vicende storiche della Siria. Dai fasti dei primi anni del Novecento, quando l’hotel era sempre pieno di viaggiatori occidentali affascinati dal mistero dell’oriente, in una mille e una notte senza fine, fino alle difficoltà legate alle due guerre mondiali. La ripresa degli anni del dopoguerra fino alle battaglie legali, i tribunali e i pignoramenti che hanno caratterizzato gli anni ‘70. La vita dell’hotel, così come quella del popolo siriano, ha subito molti cambiamenti e un andamento altalenante.

Nel libro si racconta il continuo susseguirsi di personaggi più o meno famosi che alloggiarono per periodi più o meno lunghi nell’hotel Baron, glorificandone i fasti, gli agi, le comodità e l’eleganza. I Mazloumian avevano cercato di riprodurre in terra siriana tutte le note positive dei grandi alberghi europei in modo da consentire ai loro ospiti la stessa tranquillità, lo stesso agio e il sentirsi in qualche modo a casa.

Divertenti gli aneddoti relativi a personaggi particolarmente famosi, come la celebre scrittrice Agata Christie o il regista e poeta italiano Pier Paolo Pasolini. Il magnate americano David Rockfeller sul Libro d’Oro scrisse: “Questo è l’albergo del mio cuore”, riempiendo di gioia e orgoglio i Mazloumian.

L’hotel Baron è stato anche luogo di importanti riunioni politiche, nelle sue sale sono state prese decisioni importanti per le sorti della Siria e del vicino Medio Oriente. Quelle mura, quei corridoi, quelle poltrone e quei banchetti hanno fatto da testimoni a pezzi di storia, a vicende politiche ma anche umane che hanno disegnato gli scenari geopolitici e sociali di una intera regione del mondo. Tutto sotto gli occhi discreti dei proprietari che di generazione in generazione si sono dedicati alla cura, al mantenimento della loro creatura, lottando per evitare che passasse di mano e che venisse in qualche modo snaturata l’idea originaria del capostipite fondatore, Krikor Mazloumian.

Sfogliando le pagine di questo libro veniamo trasportati in atmosfere davvero esotiche ma nello stesso tempo non perdiamo di vista ciò che oggi è diventata Aleppo, antica piazza del mondo, ora un angolo di terra martoriata nel quale l’hotel Baron cerca solo di sopravvivere, mantenendo il ricordo del suo glorioso passato.