Al-Jazeera (14/09/2014). Da due giorni la co-direttrice del Centro per i diritti umani del Golfo Maryam al-Khawaja è in sciopero della fame per protestare contro la sua detenzione e l’arresto arbitrario del padre dopo le proteste del 2011.
Dopo tre anni di vita all’estero, Maryam al-Khawaja era tornata in Bahrein in 30 agosto per visitare il padre Abdulhadi, arrestato e condannato al carcere a vita per le proteste del 2011 e dal 25 agosto in sciopero della fame. Un arresto arbitrario, come quello di tanti altri manifestanti bahreniti. Arrivata all’aeroporto di Manama, Maryam è stata arrestata e il 7 settembre la sua detenzione è stata prolungata di altri 10 giorni, un tempo che, secondo la sorella Zeinab, la magistratura locale si è concessa per elaborare altre accuse a suo carico. Per ora infatti è accusata di aver insultato e aggredito un pubblico ufficiale durante il suo arresto, un reato che le è costato la perdita della cittadinanza, quindi lo status di clandestina. Le Nazioni Unite hanno rivolto un appello alle autorità del Bahrein per il suo rilascio immediato, ma finora non c’è stato riscontro.