Di Afrah Shawqi. Asharq al-Awsat (16/06/2012). Traduzione di Angela Ilaria Antoniello.
Le autorità competenti hanno intentato varie cause contro coloro che occupano le case e i palazzi storici di Baghdad e che, rifiutando di traslocare, ne impediscono la normale manutenzione. Questi edifici, risalenti a epoche diverse, versano in totale stato di abbandono, deteriorati dal passare del tempo, dai cambiamenti climatici ma anche dall’essere attualmente abitati da famiglie arrivate in Iraq dopo il 2003.
In passato Baghdad era piena di case e di luoghi antichi che rappresentavano l’architettura tipica della capitale irachena, oggi, invece, non restano che 200 di queste case. Si tratta di una grande perdita dovuta alla mancanza di pianificazione e di attenzione al patrimonio, inoltre, dal 2003 questa situazione è stata aggravata dalla rimozione di centinaia di queste case o dalla loro trasformazione in centri commerciali.
Prima del 2003 c’erano leggi severe che limitavano la demolizione delle case storiche e la loro trasformazione in negozi e sembrava esserci anche una particolare attenzione rivolta al patrimonio della capitale. Nel 1982, ad esempio, si tenne a Baghdad la prima conferenza dedicata alla protezione degli elementi storico-architettonici.
Nel 2006, ha avuto luogo il primo convegno promosso dal Ministero della Cultura iracheno, mentre nel 2010 si è tenuta una conferenza a cui hanno partecipato esperti provenienti da tutto il mondo. Lo scopo di questi incontri era avviare una seria attività di conservazione del patrimonio storico-artistico, purtroppo però non sono stati accompagnati da azioni concrete da parte delle autorità competenti in materia.
È stato lanciato un appello a organizzazioni e istituzioni internazionali, come l’Unesco, che sostengono la conservazione del patrimonio culturale, perché aiutino gli iracheni a salvare quello che resta del loro patrimonio nazionale. Inoltre, molti lavori di manutenzione verranno intrapresi nell’ambito del progetto “Baghdad, capitale della cultura araba 2013” e grazie ad altre iniziative, come la creazione di un museo delle cere.
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