L’Opinione di Al-Quds. Al-Quds al-Arabi (09/06/2017). Traduzione e sintesi a cura di Raffaele Massara.
La notizia dell’embargo da parte di Arabia Saudita, Bahrein ed Emirati nei confronti del Qatar è stato uno shock per la diplomazia locale e mondiale.
Indubbiamente è stato un terremoto per gli equilibri e le relazioni diplomatiche tra i Paesi del Golfo, ma non solo: la stessa presidenza statunitense, aveva dapprima commentato positivamente la “rottura”, salvo poi, il giorno dopo, usare cautela e promettere il proprio impegno ed aiuto per risolvere la crisi e trovare una soluzione.
Le trattative però sembrano finora assumere una dimensione surreale ed il ruolo americano sarebbe quello di uno spettatore intento ad assistere ad una commedia di black humor.
Il ministro degli Esteri saudita, Adel Jaber, pare aver tradotto alla lettera le parole del presidente Trump, il quale afferma che il Qatar finanzia il terrorismo mondiale; di fatto Doha sostiene da sempre, ma in maniera indiretta, i “terroristi di Hamas”. Ma a definire per primo Hamas una organizzazione terroristica è lo Stato di Israele: allora la “mossa” di Arabia Saudita e compagni rientrerebbe nel quadro di nuove relazioni tra potenze arabe e Israele, a spese però dei palestinesi.
Gli Stati del Golfo danno quindi pesi diversi all’opinione pubblica israeliana, la quale definisce spesso il regno saudita come uno Stato dispotico, arretrato e sostenitore anch’esso del terrorismo.
Con questo embargo al Qatar, poi, le sue “sorelle” rischiano di danneggiare le loro stesse economie più che quella del Qatar stesso: già il parlamento turco ha votato a favore dell’invio di unità speciali (nella base militare che possiedono nel Paese) a sostegno e protezione della piccola monarchia, ed è probabile che nei prossimi giorni, dall’altra sponda del Golfo, l’Iran potrebbe cogliere l’occasione di aiutare economicamente Doha, fornendo i prodotti ed i generi di cui necessita.
Questa frettolosa mossa sullo scacchiere internazionale, in particolare per l’Arabia Saudita, si sta dimostrando un grosso errore politico, compiuta sottovalutandone la pericolosità di questo gesto, per sé stessi e per tutta l’area: prima o poi si concluderà con il ritiro di sanzioni ed embarghi e chi sperava in una resa da parte del piccolo Paese del Golfo, ne vedrà crescere la sua credibilità.
Ed allora sarà per tutti una grande lezione di geopolitica!
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