di Qais Qasem (Dar al-Hayat 02/08/2012). Traduzione di Claudia Avolio.
“L’Arabo Senza Confini” è un programma ideato dalla tv svedese dedicato alla lingua araba: una delle lingue più usate in Svezia ed in altri Paesi europei. A presentarlo è Nadia Jebril, di origini palestinesi, che è interessata a capire il ruolo dell’arabo nelle diverse società del mondo, mettendo in luce il profondo retaggio che lega questa lingua alla Storia e alla cultura.
Il format è dunque pensato come un viaggio suddiviso in una serie di tappe, che portano Nadia Jebril ad incontrare personalità arabe di rilievo, così come ad intervistare persone nelle vie e a registrare le esperienze vissute nei luoghi in cui l’arabo è usato come vera e propria lingua di lavoro. La presentatrice è partita da vicino: nella presentazione del programma ha raccontato la sua storia, quella di una ragazza cresciuta con genitori palestinesi coi quali si è poi trasferita in Svezia. Qui ha imparato lo svedese ma ha continuato a parlare l’arabo in famiglia.
Poi è stata la volta del calciatore Rami Sha’aban, nato in Svezia da padre egiziano. A Nadia ha raccontato di aver imparato l’arabo tra le pareti di casa, quando ha deciso che sarebbe andato a giocare in una squadra egiziana. Dalla sua storia si ha un’immagine chiara di come usare più di una lingua in ambito lavorativo sia molto importante: Rami dice che l’arabo l’ha davvero aiutato ad inserirsi in una certa realtà, e perfino ad eccellere in alcuni ambiti.
Dalla Svezia la Jebril si è spostata in Danimarca, dove ha trovato una realtà diversa: qui è in atto una battaglia politica che ostacola il normale sviluppo della lingua araba e perfino il diritto di poterla parlare. Secondo l’insegnante madrelingua Hila Nilson questo è dovuto a “uno status negativo legato agli arabi e ai musulmani” e ad una “politica che collega la lingua alla rappresentanza nazionale”. L’insegnante descrive l’atteggiamento di una certa destra danese con queste parole: “Loro liquidano la questione dicendo: ‘Se parli la nostra lingua, sei con noi. Se parli una lingua diversa dalla nostra, sei contro di noi'”.
Siamo agli antipodi rispetto alla condizione dell’arabo in Gran Bretagna: qui la lingua offre infinite possibilità a chi lavora in ambiti come quello accademico e l’economico. Così Nadia Jebril è entrata in contatto con una realtà vibrante quando ha fatto visita alla redazione di AlQuds AlArabi e agli uffici di Al Jazeera, dove ha potuto ascoltare le esperienze di alcuni impiegati che lavorano ogni giorno con una lingua che non è l’inglese.
In Francia, poi, c’è stata una lieta sorpresa: la presentatrice ha incontrato nientemeno che il cantante Cheb Khaled, che le ha parlato del suo personale rapporto con questa antica lingua. In molti suoi brani di successo mondiale è riuscito anche a farla sposare perfettamente con la lingua francese. Per le vie di Parigi la giovane Nadia ha avuto dinanzi molti arabi intimoriti dall’idea che hanno dei giornalisti, motivo per cui non hanno voluto parlare con lei. Un’inversione di tendenza è però avvenuta quando si è spostata a Marsiglia: gli arabi che vivono qui sono davvero aperti ed usano la loro lingua proprio come se vivessero ancora nei Paesi d’origine.
E si è arrivati così in Spagna, dove la telecamera ha da subito ripreso i segni del passaggio della civiltà araba, come in Andalusia che ne è tra gli esempi più vividi. Come racconta Miguel Puerto “la lingua araba è stata usata per 8 secoli nelle città spagnole, soprattutto nel sudest: lingua ufficiale nelle sue cerchie ed usata nelle attività quotidiane da moltissimi intellettuali”.
Una delle ultime tappe è stata l’Italia: qui Nadia Jebril ha visitato la Biblioteca Vaticana, dove ha potuto toccare con mano e sfogliare per la prima volta copie originali di libri e pubblicazioni arabe, giunte fin qui grazie agli orientalisti. Ha inoltre scoperto che l’arabo è tra le lingue in cui trasmette Radio Vaticana, per i suoi ascoltatori sparsi in tutto il mondo.
Il viaggio di Nadia si è concluso per ora in Bosnia-Erzegovina, davvero un luogo che ha colpito la presentatrice per la calda accoglienza che ha ricevuto al suo arrivo. Qui la gente è orgogliosa di portare avanti studi di lingua araba, viene vissuta come una vera e propria passione. Per Nadia è stato come ritrovarsi in mezzo al calore e alla giovialità che caratterizzano i Paesi arabi.
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