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Algeria: la pars destruens di Ouyahia

L’Expression dz (6/5/2012). A pochi giorni dalle elezioni legislative, il segretario generale del Raggruppamento nazionale democratico (Rnd) e primo ministro algerino, ha costruito il suo comizio di Algeri su una serie di bersagli politici: in primis la “primavera araba”, la “mafia” e i fautori dell’intervento straniero. “L’Algeria sta bene”, ha spiegato, “perché non è più indebitata e persino il Fondo monetario internazionale chiede in prestito qualche miliardo di dollari”. Pur ammettendo l’esistenza di “qualche problema”, Ouyahia ha rassicurato il suo uditorio: i problemi “svaniranno a poco a poco”. La panacea suggerita è il connubio di stabilità, continuità politica e analisi delle esigenze dei giovani. Elogiando i gruppi di autodifesa contro il terrorismo (che ancora rappresenta uno dei temi più utilizzati in campagna elettorale), il primo ministro attacca i movimenti che vorrebbero importare la “primavera araba”:  “bisogna affrontare e sbarrare la strada alla mafia che spia l’Algeria, quelli stessi che vorrebbero seminare zizzania per approfittare di chi reclama il cambiamento”. A loro ha risposto che “questo pane non è per i denti dell’Algeria, poiché l’Algeria è attaccata da tutti i fronti e non non vogliamo ripetere l’aberrazione degli anni ’90”.