Algeria: cronosisma elettorale

Liamine Zerouale

Liamine Zeroualedi Zoubir Zerarga – Le Matin dz (23/6/2013). Traduzione e sintesi di Carlotta Caldonazzo

 

Dopo averlo spinto a lasciare la presidenza dell’Algeria, ora chi nell’ombra tiene in mano le redini del paese cerca di convincere il settantenne Liamine Zeroual a candidarsi alle presidenziali del 2014.

I fautori dello status quo propongono in questi giorni un bel salto temporale, un ritorno alla transizione iniziata nel 1988 (e mai finita), mettendo in moto le loro reti clientelari. Si parla di una carovana di ufficiali dell’esercito, membri del clan portante del Fronte di liberazione nazionale (Fln) e di un ex capo di governo, tutti in pellegrinaggio a casa del vegliardo eccellente nella capitale delle Aurès. Obiettivo, convincerlo a ritrattare la sua apparentemente irrevocabile decisione di ritirarsi dalla scena politica dopo le sue dimissioni del 18 settembre 1998: “decidendo in modo totalmente libero di rinunciare definitivamente alla mia carriera politica, ho deciso che era tempo che l’alternanza si realizzasse per garantire un salto di qualità ai nostri costumi politici e alla pratica della democrazia, tanto era lontana dalla mia mentalità la nozione di uomo della provvidenza a cui non ho mai creduto”. Così si leggeva in un suo comunicato nel 2009, quando parlare di alternanza politica suonava quantomeno grottesco, a pochi mesi dall’abrogazione del limite di due mandati presidenziali sancito dalla costituzione algerina. Così Abdelaziz Bouteflika, l’uomo della provvidenza, ha ottenuto il suo terzo mandato. Che cessi dunque la manipolazione. Zeroual ha abbandonato il paese in momenti cruciali, per non parlare del modo in cui è stato eletto nel novembre 1995.

Gli smottamenti al vertice e la guerra di clan hanno delineato un personaggio circondato di amici corrotti e corruttivi. Come Betchine, consigliere e amico intimo dell’allora presidente Zeroual, abbattuto dal clan avversario per i numerosi scandali di malversazione e appropriazione di fondi che hanno imperversato su una compagnia losca messa in piedi dallo stesso presidente con la compiacenza di parte della stampa nazionale.

Che cessi l’inganno. Zeroual è stato richiamato da un generale che ancora deve chiarire il suo ruolo nell’uccisione di Boudiaf e lanciato da Khaled Nezzar, che nel 1993 lo aveva piazzato alla guida del Movimento per lo sviluppo nazionale (Mdn). In seguito, dal momento del suo insediamento come ministro della difesa, si sono verificati eventi tragici a catena, rapimenti e assassini, come quello di Kasdi Merbah, ex capo di governo, che diceva di voler mandare a casa i “ratti del sistema”, ucciso il 21 agosto 1993 pochi mesi dopo aver discusso con Zeroual una proposta per uscire dalla crisi politica. Oppure gli omicidi del giornalista Said Mekbel e del sindacalista Abdelhak Benhamouda.

Che cessino la menzogna e la rimozione. Il modo di gestire il paese adottato da Zeroual sia come capo di governo che come presidente della repubblica non è molto diverso da quello scelto dall’attuale presidente Abdelaziz Bouteflika. Dalla politica dei salari all’arresto di politici innocenti i fallimenti del sistema di governo sono molti, tutti caratterizzati dalla presenza di Ahmed Ouyahia, elemento comune alle due epoche. Vale inoltre la pena sottolineare che il cantante berbero Matoub Lounès è stato ucciso il 28 giugno 1998 sull’onda della promulgazione della legge che sancisce la generalizzazione dell’uso della lingua araba. In quell’occasione Zeroual non ha avuto la forza o la volontà politica di bloccarne l’approvazione. Inoltre sotto la sua presidenza si è registrata il più consistente broglio elettorale del secolo, alle legislative del 1997: il Raggruppamento nazionale per la democrazia (Rnd), creato dal presidente, aveva conquistato la maggioranza in parlamento, appena tre mesi dopo la sua creazione. Nondimeno Zeroual riuscì a far convalidare i risultati nonostante la protesta dell’intera classe politica, compreso il Fln, potendo contare così su un governo con diversi ministri scelti dal suo partito.

Che cessi la miopia. Tutti gli algerini si lamentavano di Zeroual come presidente, considerandolo uno che non riusciva neppure a tener diritta la testa (figuriamoci il paese). Il suo errore più grave restano le sue dimissioni, che hanno consegnato il paese a Bouteflika e al suo clan. Eppure lui stesso aveva promesso elezioni trasparenti per il 1999. A causa dei numerosi brogli, iniziati ancora prima delle consultazioni, gli altri candidati si ritirarono e Bouteflika rimase da solo. Ciononostante ebbe il capriccio di pretendere un punteggio superiore a quello ottenuto da Zeroual nel 1995.

Che cessi infine il mito. Zeroual è un uomo comune, che non possiede alcun potere provvidenziale. E’ già stato al potere dopo essere stato eletto, ma la sua amministrazione, operando per la perpetuazione del sistema, è stato un fallimento, segnato da una serie innumerevole di dimissioni. La sua ritirata indica che ha preferito il sistema dei clan all’Algeria, che ha consegnato a un clan predatore e manipolatore. L’Algeria merita di meglio e può contare su molti uomini sinceri e onesti.

Emanuela Barbieri è specializzata in Comunicazione Digitale e Internazionale, SEO Specialist e Consulente di Marketing digitale.
Grazie alla lingua araba ha realizzato progetti ponte tra l'Italia e l'area MENA - Nord Africa e Medio Oriente -, affiancando alla laurea in Lingue e Comunicazione Internazionale una formazione in ambito digitale: siti web, SEO, digital advertising, web marketing.

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