Di Joumana Haddad. Now Lebanon (03/03/2014). Traduzione e sintesi di Valerio Masi.
“C’erano molte vipere affascinanti in quel periodo…E lei era una di quelle” – Mary Elizabeth Braddon
Questo non è un pezzo facile da scrivere, tuttavia è necessario. Non possiamo solo scegliere il lato “comodo” della verità, quello che avvalora le nostre tesi, e ignorare il secondo lato, quello che ci pone delle sfide.
Da quando ho iniziato a scrivere sui diritti delle donne e il patriarcato, ho sempre ricevuto una grande varietà di lettere. Molte, ovviamente, sono di donne bisognose di condividere le proprie esperienze di violenza e discriminazione. Tuttavia, un buon numero di queste lettere provengono anche da uomini: per la metà sono farneticazioni ingiuriose del macho tipico, ma l’altra metà è fatta dei racconti strazianti di abusi subiti dal cosiddetto sesso “forte”. Questo abuso, non sempre fisico, è sicuramente distruttivo e feroce: gli abusi verbali ed emotivi non sono meno dannosi di uno schiaffo sul viso. Noi donne l’abbiamo appreso nel modo più duro.
Ho scelto due storie per voi, quella di Rami e quella di Naji, i cui nomi sono stati cambiati perché hanno chiesto l’anonimato.
Rami è stato picchiato dalla madre sin da quando ricordi: “Ho dovuto saltare la scuola diverse volte, perché i lividi sul mio viso erano troppo evidenti”, ha confessato. Tutto era un buon pretesto per la violenza: un brutto voto, un commento impertinente, un amico che la mamma disapprova, o anche un letto disfatto. “Sono cresciuto con la sensazione che mia madre mi odiasse perché ero un fallimento. Mi sono sempre dato la colpa, sempre”. A 27 anni, Rami si è sposato con una donna che amava teneramente e che pensava lo amasse a sua volta. La violenza domestica è iniziata poco dopo la nascita del loro primogenito: “Prese l’abitudine di umiliarmi davanti ai miei amici. Spesso mi faceva sentire inutile, ridicolizzava il mio lavoro e il mio stipendio. Non c’era via d’uscita: ho provato a ragionare con lei, ma si divertiva a torturarmi. Ben presto mi resi conto che avevo sposato una versione più giovane di mia madre. A chi potevo rivolgermi? L’unica volta che avevo avuto il coraggio di dirlo ad un caro amico, lui mi ha automaticamente mancato di rispetto. Non riesco più a guardarlo negli occhi. Sono in terapia adesso, ma lei non lo sa”.
Naji ha una storia diversa. Conosco lui e sua moglie. L’abuso cui Naji è sottoposto è principalmente sessuale. Una volta, la sua sposa con orgoglio mi ha detto che lei lo fa ‘pagare per il sesso’. Lei usa il sesso come strumento di ricatto ed estorsione, e come arma per ferirlo ogni volta che non è come lo vuole. “Come pensi che ho avuto questo nuovo smartphone?”, mi ha detto un giorno, proprio di fronte a lui , pensando che avrei approvato perché convinta che questo è il modo corretto per le donne di essere forti. Mentre rideva insensibilmente, guardavo Naji e il suo imbarazzo. Le sue mani tremavano mentre affondava nel divano, come se volesse scomparire. “In un primo momento” , mi ha confessato Naji, “devo ammettere che ero un po’ eccitato dalle sue tattiche. Ma ora mi sento solo umiliato e mortificato. Ho anche scoperto che lei mi tradisce, me lo ha detto lei stessa, per umiliarmi”.
Molte persone potrebbero chiedersi cosa mi ha spinto a raccontare tali storie . Qualcuno potrebbe anche accusarmi di aver preso le difese “del nemico”. Ma il nemico non è un genere, è una caratteristica. Questa caratteristica va al di là del genere sessuale. Questa caratteristica può essere riassunta come malvagità gratuita, necessità di umiliare, abusare o molestare un’altra persona per sentirsi forte e sicuro. E se è vero che gli uomini tendono ad avere questa malattia più spesso delle donne, questo non cancella il fatto che le donne possano esserne colpite allo stesso modo.
Ed è giusto sottolineare questo fatto e discuterne tra le segnalazioni costanti di abusi domestici. Ciò che rende le cose peggiori è che gli uomini abusati provano troppa vergogna per denunciare i maltrattamenti e cercare aiuto, per motivi diversi rispetto alle donne, in quanto sono legati a concetti comuni di mascolinità e virilità. Nella nostra società c’è così poca tolleranza per gli uomini “poco virili” , come vengono considerati coloro vittime di abusi.
Potrebbe essere troppo presto per un’organizzazione per i diritti degli uomini, ma la violenza non fa discriminazioni. Viviamo in una cultura dominante in cui la forza e il controllo sono valutati positivamente ovunque. Quindi ricordiamoci che il mondo non si divide in uomini e donne: si divide tra gli esseri umani e quelli non umani.
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