Farah (Baya Medhaffar) ha meno di 18 anni. Ha appena superato la maturità con il massimo dei voti ed è la gioia di sua madre Hayet (Ghalia Benali) che sogna per lei una carriera da medico. Farah ha però altri piani: la sua band è molto più importante dello studio. Interpreta i brani di Borhène (Montasser Ayari) e sta per esibirsi in pubblico per la prima volta.
In poche scene Leyla Bouzid, scrittrice e regista del film “Appena apro gli occhi”, descrive il dilemma di Farah, una giovane donna determinata e desiderosa di scoprire il mondo, l’amore e la libertà. Questo poteva sembrare semplice nel 2010, durante il regno di Ben Ali, il presidente tanto di una Tunisia laica quanto di un paese soffocato dalla censura e dalla corruzione. Questo film musicale e politico spiega perché i giovani tunisini alla fine si sono ribellati. Farah vive da donna libera. Flirta con Borhène che trova in lei sua musa. La loro complicità, in scena e nella vita, è bella da vedere, ma non senza scontri e difficoltà.
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