Una previsione sul futuro della ‘umma per il 2016

Di Shamsan bin Abdallah al-Mana’i. Asharq al-Awsat (14/12/2015). Traduzione e sintesi di Annamaria Bertani.

Non sono uno di quelli che leggono i fondi di caffè e nemmeno ci credo, tuttavia prevedo che il 2016 sarà un anno di conquiste per la comunità araba. Forse non realizzeremo ogni cosa, ma ne realizzeremo almeno alcune. Queste idee che sostengo non sono frutto della mia fantasia, ma di una semplice lettura dell’attualità. La situazione corrente non cambierà improvvisamente, anzi continuerà nel 2016, anno in cui ci saranno ancora alcune sfide per la sopravvivenza della ‘umma (comunità araba) e questo perché essa è ancora minacciata da pericoli imminenti sia interni, sia esterni. Tuttavia rincuora il fatto che le forze di resistenza e di cambiamento stiano continuando la loro azione positiva, come dimostra la fermezza della resistenza palestinese, la perseveranza della resistenza irachena, il proseguimento della lotta del popolo siriano e il relativo aumento delle forze di cambiamento e del movimento delle masse in numerosi paesi arabi, elementi che possono essere visti come una promessa di un futuro arabo migliore.

La comunità araba possiede fattori di forza e resilienza che nessun’altra nazione al mondo possiede, non si considera una comunità di petrolio e ricchezze, ma una comunità di princìpi, di un valore spirituale e religioso, una comunità che ha dato la vita all’uomo più puro che abbia mai camminato sulla faccia della terra, il profeta Maometto e dall’utero di questa comunità sono nati eroi che hanno fatto assaggiare ai colonizzatori sconfitte e flagelli. È una comunità in una posizione strategica al centro del mondo, nella quale si sono formati scienziati e studiosi dei quali ha potuto avvalersi il mondo intero, perciò non è possibile che essa resti fuori dalla storia.

Questi pericoli che minacciano la comunità aumentano la sua resistenza e la sua resilienza: i nemici non vogliono che essa si appropri del suo ruolo nella civiltà e nell’umanità. Non escludiamo che il 2016 vedrà la continuazione delle premesse dunque, ma in favore di una nuova nascita e di un promettente futuro nel quale l’Iran è impantanato in Siria e in Iraq e comincia a pensare al ritiro, non potendo tuttavia rinunciare al suo ruolo poiché ciò significherebbe la sua sconfitta e la fine per i suoi generali.

Vi è poi l’America che non si avvicina alle questioni arabe se non minimamente, perché sa bene che gli arabi onorano un ospite se questo è stato onesto con loro, altrimenti non sfuggirà loro se non con la coda tra le gambe. Israele, la spina nel fianco della ‘umma, ha iniziato ad essere colto da una certa debolezza: sta vivendo un momento di panico mai provato prima, uccide i bambini e arresta gli eroi. Un ragazzino ha tirato pietre agli israeliani perché non possono che stare al livello dei sassi e nonostante il male patito dal popolo palestinese, nonostante le carneficine e i massacri, esso non smetterà di fare il jihad, prerogativa di questa ‘umma.

La nostra comunità non sarebbe un obiettivo dell’Occidente e dell’Oriente se questi non temessero la sua espansione. La ‘umma lotta contro il tempo e cerca di uscire dalla realtà frustrante nella quale si trova e di andare verso qualcosa di migliore, è ottimista per il futuro e non si arrende alla realtà. Nei secoli precedenti alcuni popoli come i persiani e i romani si sono accaniti su di essa e oggi sembra ieri! Oggi ci sono l’America, l’Iran e l’Occidente e il loro obiettivo è lo stesso.

La ‘umma si aggrappa ad un’antica civiltà e al suo popolo, fonte della sua forza, e con l’arrivo del nuovo anno si notano segnali di miglioramento. L’OLP presenta le sue credenziali per entrare a far parte delle organizzazioni internazionali, infatti nonostante l’America si sia opposta al suo riconoscimento come stato al Consiglio di Sicurezza dell’ONU, la sua marcia non si è fermata e in seguito alla formazione del governo di unità nazionale è entrata a far parte della Corte Penale Internazionale. Le tribù ed i clan iracheni combattono le organizzazioni terroristiche da Erbil e al nord sostengono i curdi per cacciare le organizzazioni terroristiche come un unico popolo: questo ridurrà l’influenza sul Paese dell’Iran, il quale è a sua volta occupato nella scossa economica dovuta al crollo dei prezzi del petrolio e alle sanzioni.

Non importa se gli arabi la pensano diversamente su alcune cose perché restano legati dal sangue, dalla fede islamica, dalla cultura e da un destino condiviso. Le origini di questa ‘umma sono radicate in profondità e non verranno estirpate dai nemici, resisteranno fino a quando la nazione continuerà a generare eroi.

Shamsan bin Abdallah al-Mana’i è uno scrittore saudita che collabora con diverse testate arabe.

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