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Voto

 Articolo di Enrica Schivardi.
(25/11/2012). Stamattina sono andata a votare per le primarie del mio partito, il Partito Democratico.La giornata era grigia come solo nella pianura padana può essere ma mi sentivo bene. Come dice Michele Serra nel suo commento dell’Amaca di oggi, mi piace votare per un partito che ancora si interessa dei problemi sociali, degli operai, dei più deboli che anche lavorando come muli per una vita non ce la faranno mai a diventare ricchi. Voglio contare qualche cosa per me e per loro e sentirmi parte di un gruppo solidale i cui membri si danno una mano per vivere meglio, per fare studiare i propri figli, per vivere dignitosamente, con poco ma liberi.
Spero tanto che il mio voto venga tenuto in considerazione altrimenti andrò in piazza anche io a protestare. Voglio che mi si ascolti e voglio risposte come chiedono risposte i cittadini delle piazze arabe che continuano con tenacia a manifestare per la libertà di pensiero (Bahrain, Yemen, Arabia Saudita, Siria, Algeria, Marocco) e perchè i loro voti politici vengano considerati con dignità senza essere storpiati da subbdole giustificazioni (Tunisia, Egitto). Non si vota perchè ad un dittatore se ne sostituisca un altro altrimenti a cosa servirebbero le votazioni? Si vota per ascoltare le mille voci del popolo per fonderele assieme e trovare una strada giusta per far andare avanti il paese.  Ammiro egiziani e tunisini che continuano caparbi nelle loro proteste. Chi non ha avuto paura di un dittatore come Mubarak o Ben Ali non può temere l’arroganza di un neopresidente che pur eletto prende tutti i poteri per se in nome della sicurezza nazionale.
Spero soltanto che non ci siano più morti ma vorrei tanto essere a Tahrir al Cairo e a Tunisi per gridare contro questa politica mondiale di repressione.