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“Viaggio al termine dell’Islam” di Michael Muhammad Knight

michael muhammad knight

michael muhammad knight Potremmo definirlo una sorta di diario religioso l’originale libro autobiografico scritto da Michael Muhammad Knight, newyorkese convertitosi all’Islam grazie alla lettura dei testi di Malcom X.

Il libro racconta il suo viaggio-pellegrinaggio che dagli USA lo porta fino alla Mecca, attraversando il Pakistan, la Siria, l’Egitto e l’Etiopia. L’elemento sorprendente di questa opera sta nell’approccio a volte irriverente e quasi sempre disincantato con cui l’autore descrive la sua religione. E ci racconta di un mondo islamico che non è fatto solo di stretta osservanza delle leggi coraniche, ma anche di musica, magia, perfino droghe. Insomma un Islam più globalizzato di quanto immaginiamo e di quanto ci viene raccontato.

Nonostante l’idea originale dell’autore, dobbiamo tuttavia rilevare che non si tratta di un libro di facile lettura: troppi i riferimenti storici a fatti e personaggi che possono annoiare un lettore non pienamente ferrato sulla storia dell’Islam e possono rendere difficoltoso l’apprezzamento di un’opera che contiene in sé degli elementi innovativi, soprattutto se consideriamo il soggetto trattato. Ma per dirla con le parole dell’autore “Ero tentato di farmi catturare dall’esotismo di quella bella canzone e ritenerla santa solo perché non la capivo, e dopotutto che male c’era?”. Quindi che male c’è nel trattare con un pizzico di irriverenza un argomento così sacro quale la religione?

Un Islam, quello che ci racconta Knight, più moderno e in qualche modo più tollerante anche nei confronti dei suoi stessi seguaci, come si evince dal passaggio in cui l’autore confessa di non riuscire a fare regolarmente le cinque preghiere giornaliere mentre il suo interlocutore – musulmano anch’egli – gli suggerisce di fare tutte e cinque le preghiere in una volta sola… O ancora un Islam che permette a uomini e donne di pregare insieme.

Attraverso questo viaggio fra usanze, storia, regole coraniche – un vero e proprio “on the road”  dell’Islam – l’autore ci fa arrivare finalmente alla Mecca, luogo ultimo cui ogni buon musulmano deve tendere almeno una volta nella vita. Ed anche in questo luogo sacro Knight vive la sua fede a modo suo, citando un versetto del Corano: “Lakum dinukum wa lyia din”, cioè “A te sia la tua religione, e a me la mia”.

Beatrice Tauro