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I “vertici arabi” di Trump e le nuove trattative israelo-palestinesi

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In questi giorni il governo statunitense sta incontrando alcuni leader arabi, tra le questioni discusse c’è senz’altro quella palestinese

Maan al-Biari. Al-Araby al-Jadeed (01/04/2017). Traduzione e sintesi a cura di Raffaele Massara.

La volontà di riprendere le trattative tra Palestina ed Israele è sicuramente uno dei punti più importanti emersi dal vertice arabo del Mar Morto, lo scorso 29 marzo: ciò è frutto di discussioni e coordinamenti tra il re Abdallah II di Giordania, il presidente egiziano Al-Sisi e ovviamente il palestinese Mahmoud Abbas.

A presenziare al summit giordano, come inviato americano, il fedelissimo di Trump Jason Greenblatt, il quale ha incontrato i ministri degli Esteri egiziano e giordano nonché Abbas stesso (con cui aveva già discusso a Ramallah il mese scorso) .

Il progetto dei tre Paesi arabi è quello di un ritorno al dialogo tra Tel Aviv e Gerusalemme in maniera seria e continuativa, con una tabella che stabilisca date e tappe per giungere alla soluzione, già ipotizzata nel 1967, di due Paesi indipendenti.

Le condizioni a cui dovrebbe aderire Israele, ha dichiarato Abbas a Greenblatt, per far sì che la Palestina ritorni al tavolo delle trattative, sono lo stop immediato dei nuovi insediamenti dei coloni ed il rilascio di vecchi prigionieri palestinesi, anche se, sotto pressioni egiziane, queste potrebbero essere “alleggerite”.

Dal canto suo, l’amministrazione Trump sta facendo del tentativo di riprendere i negoziati arabo-ebraici uno dei suoi principali obiettivi nell’area, soprattutto dopo questo triplice incontro. Greenblatt stesso ha assicurato che il suo governo s’impegnerà affinché le operazioni di insediamento si riducano; ha inoltre promesso di concludere il trasferimento dell’ambasciata statunitense da Tel Aviv a Gerusalemme est (sotto il controllo arabo), dopo l’ennesimo slittamento a giugno prossimo. Ma siccome è dal 1995 che gli americani hanno in mente di realizzare questo trasloco, sembra più una mossa per temporeggiare e mantenere buoni rapporti con entrambe le parti.

Sameh Shoukri, ministro degli Esteri egiziano, ribadisce il continuo sforzo ed il sostegno dell’Egitto ai due Paesi affinché ritornino a dialogare. Ha inoltre precisato che nel prossimo incontro tra Trump e Al-Sisi la questione palestinese sarà un nodo principale: quest’ultimo ne aveva già discusso con Abbas durante una sua visita al Cairo a marzo scorso, alla luce anche dell’invito alla Casa Bianca rivolto al leader palestinese.

Per concludere, anche Abbas si dice ottimista riguardo al rinnovo delle trattative ed al ritrovato desiderio di collaborazione da parte della Lega Araba, collaborazione tuttavia che dev’essere condivisa da Israele e dal suo primo ministro Netanyahu. Ad assumere il ruolo di “mediatore”, in questo storico tentativo di riappacificazione, potrebbe essere proprio Al-Sisi.

Maan al-Biari è un giornalista e scrittore giordano.

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