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Uno Yemen unito è necessario, ma…

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Non è possibile continuare a pensare a uno Yemen unito senza prima trovare un nuovo modello su cui rifondare il Paese

DI Khairallah Khairallah. Al-Arab (12/05/2017). Traduzione e sintesi di Laura Cassata.

L’unità yemenita, che proprio in questi giorni compie 27 anni, in una specifica fase della storia si è presentata come l’unica soluzione per il nord e il sud al tempo stesso. Nel 1990 però molti leader politici del sud chiedevano di attendere prima di avviarsi verso un’unità integrazionista, che avrebbe rimosso le entità politiche della Repubblica araba dello Yemen e della Repubblica democratica popolare dello Yemen. È chiaro che Ali Salem al-Baid, segretario generale del partito socialista che governava il sud in quel momento, era consapevole che l’unità avrebbe portato a lunghi cicli di negoziati in un momento in cui non ce lo si poteva permettere. Alla fine, però, nel 1990 venne innalzata la bandiera della Repubblica dello Yemen in una cerimonia tenutasi ad Aden.

Possiamo forse dire che 27 anni di unità abbiano portato solo guai agli yemeniti? È ancora possibile fare marcia indietro, come pensano alcuni? È difficile rispondere a questa domanda, specialmente se si considera che le esperienze di uno Stato indipendente al sud sono sempre fallite a causa di una serie di guerre interne e colpi di stato sanguinari.

Nel 1994, però, una guerra tra nord e sud ha portato a una tensione costante tra i due Stati, ma nonostante le ingiustizie subite dalla gente del sud restava la speranza di una riforma. Bisogna precisare che il gruppo di Ali Abdullah Saleh non è stato l’unico responsabile della privazione dei diritti delle province meridionali: anche gli estremisti islamici presero parte agli scontri, aggravando la situazione.

Nel 2011 gli Houthi hanno cavalcato l’onda della Primavera Araba per rovesciare Saleh, a capo di un governo non sempre esemplare e lontano dalla corruzione. La formula che aveva governato lo Yemen fino a quel momento è stata messa in crisi e l’unica opzione valida resta quella di porre un limite all’espansione iraniana, circondando le zone sotto il controllo di Ansar Allah.

Oggi, dopo la caduta di Sana’a e la frammentazione dello Yemen, non resta più nulla dell’unità né tantomeno dell’entità yemenita. Quest’ultima è fondamentale, in quanto fa parte di una più grande struttura regionale, che dunque rischia di essere messa in pericolo nel suo complesso. È necessario trovare una nuova formula per lo Yemen senza dimenticare che la Conferenza Nazionale per il Dialogo, qualche anno fa, ha definito il paese come uno stato federale. La sopravvivenza dell’unità è necessaria, così come lo è l’impegno dell’intera regione, affinché si dia legittimità alla nuova formula che reggerà le sorti del paese. Dal momento in cui ha avuto luogo lo scontro tra Saleh e i suoi oppositori, lo Yemen è alla ricerca di un nuovo modello politico che gli dia la possibilità di pensare ancora al futuro.

Khairallah Khairallah è un editorialista libanese, caporedattore di Al-Hayat dal 1988 al 1998.

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