News Zoom

Uno stato di abbandono per gli arabi

Manifestazioni contro la revoca della cittadinanza

Manifestazioni contro la revoca della cittadinanzaDi Rami G. Khouri. The Daily Star (22/12/2012). Traduzione e sintesi di Cristina Gulfi

Se c’è una relazione fondamentale per la stabilità e il benessere di intere popolazioni, è quella tra cittadino e stato. In gran parte del mondo arabo essa è stata ampiamente distorta, per non dire mai completamente instaurata, motivo per il quale negli ultimi due anni milioni di cittadini si sono rivoltati contro i rispettivi governi. Un esempio del controverso rapporto cittadino-stato nei paesi arabi lo si può trovare nella pratica di revocare la cittadinanza ad alcuni individui, come forma di punizione per atti politici o, più semplicemente, di retorica.

Il mese scorso il Bahrain ha tolto la cittadinanza a 31 attivisti, considerati una minaccia per la “sicurezza nazionale”. Tra questi anche Saeed Shehabi, in esilio a Londra. Gli Emirati Arabi Uniti hanno fatto lo stesso nei confronti di 7 cittadini membri del gruppo islamista Al-Islah. Alcuni di loro avevano firmato una petizione perché il parlamento fosse eletto e avesse poteri esecutivi. Due anni fa il Kuwait ha preso provvedimenti simili nei confronti del politico Yasser al-Habeeb, accusandolo di abusare di simboli religiosi e di voler innescare una guerra settaria in quanto sciita.

Revocare la cittadinanza non è solo una violazione dei diritti umani che va contro tutte le norme del moderno stato civile, ma è anche una patetica abdicazione alle proprie responsabilità da parte di quei governi che non sanno come reagire quando un cittadino mette in discussione la loro autorità.

A partire dagli anni Quaranta l’individuo arabo è stato schiacciato sotto il peso di una lunga serie di controlli e divieti, che definiscono in modo molto rigido quello che è consentito o meno fare. Privarlo anche delle cittadinanza vuol dire renderlo inattivo nella società. Dunque non sorprende che così tanti uomini e donne sfidino i rispettivi governi in strada, sul campo di battaglia, alle elezioni, perfino su internet.

Lo squilibrio del rapporto cittadino-stato, caratteristico di tutta la regione araba a prescindere dai sistemi di governo e dalle condizioni socio-economiche dei vari paesi, è l’elemento da correggere perché le rivolte e le trasformazioni in corso portino a sistemi più stabili e democratici, in cui i diritti dei cittadini siano garantiti e i limiti del potere dello stato definiti.

Vai all’originale

Tags