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Un secolo di impegno e riflessione: intervista a Bernard Lewis (terza parte)

Asharq al-Awsat (25/03/2013). Traduzione di Giusy Regina.

Il caporedattore di Asharq al-Awsat Adel al-Toraifi ha incontrato recentemente Bernard Lewis a Philadelphia.

Q: Ha menzionato le sue interazioni con Golda Meir. Che impressione si è fatto di lei?

BL: Gli studenti di Princeton hanno l’abitudine di invitare di tanto in tanto un personaggio celebre come ospite. Nel 1975 hanno invitato Golda Meir, che non era più primo ministro d’Israele da poco. Lei accettò. Ad un certo punto uno studente particolarmente serio la rimproverò di fumare troppo, danneggiandosi la salute. “Beh”, rispose lei all’età di settantasette anni, “Non morirò certo giovane ormai, no?”.

Durante i giorni in cui si trovava al campus, le studentesse avevano fatto un enorme poster di lei, con sotto scritto “Ma sa scrivere?”. Quando si avvicinò al leggio poi, preferì non procedere con il discorso che si era preparata, giudicandolo noioso e inutile, dal momento che tutti la conoscevano, sapevano da dove veniva e cosa avrebbe detto. “Procediamo subito con le domande dunque”.

A quel tempo l’UNESCO aveva rifiutato di ammettere Israele, mentre aveva accettato l’OLP. Uno studente allora ne chiese a Golda Meir il motivo. La risposta fu: ”Come sapete UNESCO sta per Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Educazione, la Scienza e la Cultura, per cui dobbiamo pensare che questi gentiluomini, dopo attente considerazioni, hanno deciso che l’OLP ha contribuito all’educazione, alla scienza e alla cultura più dello stato di Israele”.

Golda Meir era una donna dura e impegnata, ma aveva una sorta di filtro personale per cui sentiva solo ciò che voleva sentire, bypassando il resto.

Q: Tra i vari viaggi che ha fatto nel mondo arabo, le è capitato di visitare anche l’Arabia Saudita?

BL: Sfortunatamente no, anche se avrei voluto. Ho ricevuto vari inviti ma non ho mai potuto parteciparvi. Solo una volta ricordo di essere entrato nel nord ma senza un visto.

Q: Ci vuole raccontare la storia?

BL: Per molti anni ho viaggiato quasi ogni anno in Giordania, dove conoscevo personalmente la famiglia reale. Ho conosciuto re Hussein, che mi ha aiutato a tenermi in contatto con quello che succedeva nel mondo arabo. In questo caso in particolare stavo viaggiando con l’autista di re Hussein proprio ai confini con l’Arabia Saudita e gli ho chiesto se fosse stato possibile entrare. L’autista mi rispose negativamente ma andò lo stesso a parlare con le guardie al confine, che ci lasciarono entrare. Ho trascorso così delle piacevolissime ore visitando piccoli paesi a nord, illegalmente.

Ho visitato frequentemente anche la Turchia, l’Egitto e quando possibile, anche il Libano. Non sono però più stato in Iran dai tempi della rivoluzione.

Q: Basandosi sulla sua profonda conoscenza del Medio Oriente sia a livello intellettuale che professionale, chi è il suo scrittore contemporaneo arabo preferito?

BL: Rifa’a al-Tahtawi, che ha studiato nelle università europee e ha vissuto in Egitto a metà del XIX secolo. Egli ha scritto numerosi lavori sull’Islam e sulla sua compatibilità con la modernità, proprio in quel periodo di cambiamento e di interazione tra mondo arabo-islamico e Europa. La sua prospettiva e le sue tesi inoltre sono state arricchite da una conoscenza dell’Europa e di come i principi dell’Islam e la modernità europea possono complementarsi a vicenda.