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Un popolo senza dignità

dignità popolo marocchino

dignità popolo marocchinoDi Mohamed al-Raji. Hespress (07/01/13). Traduzione e sintesi di Alessandra Cimarosti.

1) La peggiore cosa del Marocco è che i suoi cittadini, senza alcuna eccezione, non hanno dignità, che essi siano ricchi o che siano poveri, che ricoprano cariche di spicco o posti più umili. In questo paese, se sei un cittadino “semplice”, è necessario che tu assapori l’amarezza dell’insulto e la svalutazione della tua dignità, quasi ogni santo giorno, nelle amministrazioni generali, negli ospedali, nei tribunali e in ogni luogo. Se sei proprietario di imprese e hai soldi, ti mostrerai arrogante con i più umili, che subiranno i capricci dei “signori”, ai quali si dovranno baciare le mani, elemosinare influenza e pagare delle mazzette per ricevere agevolazioni ed usufruire degli affari; qualora si rifiuti, si avranno i bastoni tra le ruote e si finirà col fallimento e non ci sono dubbi su ciò. Per tornare alle parole di Adbul Salam Abudirar, capo del Corpo nazionale per la prevenzione contro la corruzione, “la corruzione dilaga in lungo e in largo nel paese” e analizzando i numeri di un precedente studio sulla diffusione della corruzione, più del 62% dei proprietari di imprese sono costretti a pagare tangenti. Se sei un dipendente, anche se ad un buon livello, devi essere disciplinato, devi comportarti come desiderano i padroni. Non è esagerato dunque dire che siamo un popolo senza dignità.

2) Alla luce di questa situazione catastrofica quindi, sono uguali il ricco e il povero, il cittadino “normale” e il ministro, fino a che qualcuno ha bisogno di qualcosa, allora se non si paga una tangente o se non ci si fa amico un responsabile, nessuno potrà esprimere un parere o fare qualcosa, se non si riceve il via libera, in ogni caso, sia se si hanno i miliardi, sia se si ottiene un buon incarico, la dignità sarà sepolta nel fango, specialmente sotto le scarpe di chi ha il potere.

I marocchini non hanno dignità nel proprio paese e così, circa 5 milioni di essi hanno preferito impacchettare i propri bagagli e lasciare la patria, per andare in paesi nei quali sia rispettata la propria umanità e salvaguardata la propria dignità. Gli immigrati marocchini non hanno abbandonato la propria terra alla ricerca di pane, ma per trovare la dignità e l’amor proprio in primo luogo.

Nonostante la crisi economica soffocante in molti paesi europei, residenza di milioni di marocchini, si ostinano a voler rimanere lì e a non desiderare di tornare al paese dal quale sono sfuggiti e chi ritorna (non in modo definitivo) lo fa con la speranza che la situazione migliorerà nei paesi di residenza ai quali tornerà un giorno, non importa quando.

3) Noi quindi siamo un popolo senza dignità. E chiunque viva in questo paese se ne accorge. È vero che c’è anche chi non si accorge e può chiedere l’elemosina, o supplicare, o baciare le mani, permettendo agli altri di calpestare la propria dignità, ma d’altra parte, queste persone vivono le sofferenze, il dolore, non vivranno mai in modo confortevole e allora, a cosa serve il denaro di tutto il mondo se poi si vive senza dignità? In questo caso non c’è distinzione tra un miliardario e un servo del medioevo.

Se si vive senza dignità, vuol dire che si vive in un paese senza democrazia e quando diciamo di essere un popolo senza dignità, diciamo che il Marocco non è un paese democratico. È l’essenza della verità, purtroppo. Se il Marocco fosse una democrazia, sia il ricco che il povero vivrebbero con dignità. Se il Marocco fosse un paese democratico, il cittadino “semplice” non dovrebbe pagare delle mazzette nelle amministrazioni, negli ospedali, nei tribunali, al fine di raggiungere i propri diritti legittimi.

Ma questo è il Marocco e questa è la nostra situazione, si è costretti a vivere questa umiliazione, ci si brucia in silenzio. La cosa più preoccupante è che stiamo iniziando a considerare la vita senza dignità come qualcosa di normale, e mentre in molti paesi il livello di dignità aumenta, in Marocco, il livello di dignità decade giorno dopo giorno, nonostante la nuova Costituzione e nonostante gli slogan vuoti.

Pertanto, prima di chiedere un aumento degli stupendi dei lavoratori, un aumento delle pensioni, un aumento delle borse di studio universitarie, la riduzione dei prezzi dei medicinali e del carburante, è necessario chiedere prima di tutto le basi per uno stato democratico. L’umanità non è libera fino a quando la sua dignità è sotto ai piedi dei “signori”.

 

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