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Un bilancio della nuova politica migratoria in Marocco

Marocco immigrazione

Di El Hadji Mamadou Gueye. Yabiladi (30/03/2015). Traduzione e sintesi di Chiara Cartia.

Lunedì 30 marzo a Rabat si è discusso il bilancio della nuova politica migratoria istituita un anno fa. Il presidente della Federazione Internazionale per i Diritti Umani (FIDH) ha dichiarato che il Marocco ha intrapreso un processo importante, ma che gli ultimi sviluppi lasciano perplessi rispetto al futuro della sua politica.

MArocco immigrazione inSecondo il bilancio, realizzato in collaborazione con il Gruppo antirazzista di accompagnamento e di difesa degli stranieri e dei migranti (GADEM), circa 18.000 persone di quasi cento nazionalità differenti (su più di 27.000 domande) hanno beneficiato dell’operazione di messa in regola. La FIDH e il GADEM hanno osservato che la creazione di un’istanza d’appello, la Commissione di controllo e di ricorso, nel giugno 2014, aveva permesso che l’operazione conoscesse una svolta, in particolare con la regolarizzazione di 5.060 donne e dei responsabili delle associazioni dei migranti. Malgrado questo, i richiedenti hanno avuto difficoltà legate in particolare alla formazione insufficiente dei responsabili che si devono occupare delle pratiche per gli stranieri e alla mancanza di informazioni successiva all’esito negativo di una domanda.

Il segretario generale del GADEM, Hicham Rachidi, pensa che i risultati dell’operazione di messa in regola siano incoraggianti ma che data l’applicazione troppo rigida dei criteri il numero dei beneficiari è stato minore di quanto previsto. Per questo Rachidi chiede al governo di regolarizzare le circa 9.000 ulteriori persone che avevano presentato la richiesta in tempo.

Oltre a questi criteri che rendono spesso difficile l’ottenimento di un titolo di soggiorno, il rapporto della FIDH e del GADEM si interroga anche sulla sorte delle persone che hanno fatto richiesta entro la data di scadenza, ma il cui fascicolo non ha fatto in tempo a esser trattato prima che l’operazione si concludesse. Inoltre, l’attività della Commissione è ferma da luglio 2014 e da quando è stata istituita ha organizzato un’unica riunione per occuparsi degli appelli.

Ma ad allarmare le due ONG è soprattutto il ritorno delle retate a danno dei migranti nel Paese. Le operazioni di arresto di massa, che permettono che vangano imprigionati, tra gli altri, anche donne incinte, minori, richiedenti asilo e persone che hanno fatto domanda per essere messi in regola, ma che non hanno ancora ricevuto risposta, indicano chiaramente che la politica migratoria marocchina sta mutando il suo modo di approcciarsi al capitolo sicurezza.

Restano poi anche altre questioni che mostrano che la nuova politica migratoria è un’arma a doppio taglio, commentano gli autori del rapporto. Secondo la segretaria generale della FIDH, Amina Bouayach, il Marocco deve rifiutarsi di svolgere il ruolo di gendarme dell’Europa. Bouayach fa riferimento alla ripresa dei negoziati per un accordo di ri-ammissione, che consiste nel ritorno forzato dei migranti in situazione irregolare, di nazionalità marocchina o che abbiano transitato dal territorio marocchino.

In effetti recentemente, la Spagna ha adottato una legge che autorizza la polizia e le guardie civili a ricondurre alla frontiera marocchina i migranti che oltrepassano clandestinamente le frontiere a Ceuta e Melilla. Secondo Bouayach, il Marocco “deve concentrarsi sulla creazione di una strategia d’integrazione per i migranti e i rifugiati invece di adottare un approccio alla sicurezza che complica l’integrazione dei migranti invece di facilitarla”.

El Hadji Mamadou Gueye è un giornalista marocchino.

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