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Turchia-Stati Uniti: un accordo ambiguo

Turchia Siria

Di Fawwaz Haddad. Al-Modon (01/08/2015). Traduzione e sintesi di Marianna Barberio.

Dopo varie trattative, finalmente l’amministrazione americana ha accettato la richiesta della Turchia, avanzata da tempo, di istituire una “zona di sicurezza” a nord della Siria protetta dalle forze della Coalizione, in cambio della concessione, all’America, di usufruire delle proprie basi militari in territorio turco per combattere Daesh (ISIS). La zona prevede un’estensione di 90 km, lungo i confini turco – siriani, dalla città di Jarabulus a Mare’, e una profondità di circa 50 km fino alla periferia di Aleppo.

La formazione di una “zona di sicurezza”, un’espressione coniata dalla fusione delle due precedenti denominazioni, “zona cuscinetto” o “no fly zone”, vuole assicurare un rifugio sicuro agli sfollati siriani. La stessa espressione ha però diffuso preoccupazione e ambiguità alla luce di quanto accaduto.

Gli americani hanno chiarito che la zona servirà da difesa alle forze moderate e alle unità dell’esercito libero siriano. Tuttavia, essa è ancora in fase di sviluppo, per non provocare i russi e gli iraniani, e per timore di un possibile scontro con l’esercito siriano.

Ma gli alleati occidentali hanno mostrato delle riserve. Infatti, il lancio di raid da parte degli aerei di guerra turchi contro il Partito dei Lavoratori del Kurdistan (PKK) e il Partito dell’Unione Democratica curdo-siriano, suo alleato, ha fatto credere ad un’azione mirata contro i curdi anziché contro il regime Daesh, appoggiata anche dagli americani.

Ed i fatti ne hanno dato testimonianza. Gli americani avevano affermato di voler essere più sensibili ai timori turchi circa l’avanzata delle milizie curde – siriane verso Ovest e il controllo di gran parte dei confini della Turchia. Inoltre, il primo ministro turco aveva rassicurato i suoi alleati occidentali di non inviare truppe di terra in Siria, in quanto non avrebbe potuto contenere uno scontro con i curdi o Daesh, proprio perché esso richiedeva un sistema di difesa che la Turchia non avrebbe potuto garantire.

Allo stesso tempo, gli americani erano risoluti all’assenza di qualsiasi progetto di trasferimento degli sfollati siriani verso la zona di sicurezza, poiché non era previsto alcun piano di attacco contro il regime Daesh.

Dunque, quali sono i vantaggi di un tale accordo tra la Turchia e l’America? Secondo quanto riferito dal primo ministro turco, “l’affare con gli Stati Uniti ha cambiato il linguaggio regionale”.

In primo luogo ciò che conta per i turchi è il divieto di formazione di uno stato curdo ai confini a sud con la Siria. In secondo luogo, esso mira alla lotta contro Daesh, che ha iniziato a minacciare anche la Turchia. E solo in ultima fase, prevede la caduta del regime.

Ne consegue che la situazione in Siria resta del tutto immutata, mentre si fa strada il rischio di una spartizione del territorio in piccoli staterelli tra le fazioni combattenti.

Fawwaz Haddad è uno scrittore siriano.

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