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Turchia e Russia: per una crisi bisogna essere in due

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Di Verda Özer. Hurriyet Daily News (05/12/2015). Traduzione e sintesi di Roberta Papaleo.

Come dicono gli americani, “per ballare il tango bisogna essere in due”. Ora sappiamo che anche per una crisi bisogna essere in due. Le tensioni tra Turchia e Russia, che ormai vanno vanti da giorni, hanno mostrato che è impossibile inasprire una crisi se una delle due parti cerca sempre di controllarla.

Inoltre, anche i Paesi vicini cercano di riconciliare la coppia. La scorsa settimana, durante il summit sul clima di Parigi, tanto gli Stati Uniti quanto l’Europa hanno fatto appello a una soluzione diplomatica durante i vari incontri tra i leader occidentali e il presidente russo Putin e il turco Erdogan.

Una delle ragioni per le quali la crisi non si è inasprita è bidimensionale: in altre parole, le relazioni russo-turche. L’enorme volume di scambi commerciali e i pluriennali accordi energetici tra i due Paesi impediscono che i rapporti si frantumino. Ecco perché Putin ha finora evitato di parlare degli accordi regionali sull’energie e sulle centrali elettriche, per le quali è necessaria una profonda e strategica partnership.

Ed ecco perché non solo Ankara, ma anche l’Occidente considerano le dichiarazioni di Putin come dirette all’opinione pubblica russa e alla sua sfera di influenza, cioè Ucraina, Georgia e Crimea, dove di recente ha man mano consolidato il suo potere ed è ancora in lotta per mantenerlo. Un alto funzionario mi ha confidato che il presidente francese Farnçois Hollande e la Cancelliera tedesca Angela Merkel hanno dichiarato, nei loro incontri a livello bilaterale con Erdogan a Parigi, che il messaggio di Putin era diretto al popolo russo. Secondo i due leader europei, Putin “sta sbagliando”.

La seconda ragione è di carattere multidimensionale: anche la coalizione internazionale anti-Daesh (ISIS) sta cercando di contenere la crisi, tutti concentrati come sono ora nel combattere il sedicente ‘Stato Islamico’. La Francia ha intensificato i suoi raid aerei in Siria; il Regno Unito ha appena iniziato le sue operazioni; la Germania sembra essere la prossima. E la Russia è da poco diventata un partner indiretto della coalizione. Va inoltre ricordato, a questo proposito, che Mosca è la potenza internazionale più attiva in Siria al momento. Dunque, Turchia e Russia dovranno coordinarsi in futuro per evitare altri incidenti.

In più, il piano per la transizione politica in Siria, che i ministri degli Esteri hanno concordato durante gli ultimi negoziati a Vienna, verrà messo in atto all’inizio dell’anno nuovo. Questo significa che Ankara e Mosca dovranno sedersi allo stesso tavolo e cooperare per trovare una soluzione politica alla crisi siriana.

In breve, il fatto che l’Occidente voglia e abbia bisogno di coordinarsi con la Russia contro la minaccia crescente costituita da Daesh e che per la prima volta dall’inizio della crisi siriana si intraveda una soluzione all’orizzonte, una crisi tra Turchia e Russia sembra essere veramente poco allettante.

Questo spiega anche la retorica e la reazione riconciliatrice di Ankara. Erdogan ha definito la reazione di Putin come una “strategia forgiata dalle emozioni”. Quindi, ha aggiunto, la Turchia sta trattando le dichiarazioni russe con cautela. Erdogan si aspetta che la retorica di Putin cambi. Sembra che Ankara si aspetti che le relazioni bilaterali si normalizzeranno nei prossimi mesi a venire. “La situazione attuale tra la Turchia e la Russia verrà presto superata, e spero che lo faremo in tempi brevi”, ha dichiarato il presidente turco dopo il summit sul clima a Parigi.

Verda Özer è una giornalista e opinionista turca.

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