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Turchia: che ne sarà ora del processo di pace con i curdi?

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Di Şaban Kardaş. Al-Jazeera (08/05/2015). Traduzione e sintesi di Omar Bonetti.

Il risultato delle elezioni legislative ha portato i curdi al centro delle politiche turche. Il Partito Democratico del Popolo (HDP), infatti, con il 13% dei voti si è guadagnato 79 posti al parlamento. Tuttavia, non è ancora possibile prevedere quale sarà il futuro del processo di pace tra il Governo di Ankara e la minoranza curda, poiché il nuovo equilibrio di potere lascia aperte differenti possibilità per il Governo neo-eletto.

Analizzando con maggiore attenzione i dati elettorali, è possibile evincere che il successo ottenuto da HDP nelle regioni sud-orientali del Paese testimonia una preferenza per il voto su base etnica. Lo spostamento dell’elettorato dal Partito per la Giustizia e lo Sviluppo (AKP) all’HDP non simboleggia soltanto un mero gesto di affezione, ma dev’essere compreso più nel dettaglio.

Nello specifico, anche se l’AKP ha intrapreso un passo coraggioso nel 2013, avviando il processo di risoluzione del conflitto, l’iniziativa ha perso slancio e credibilità quando si è trattato di garantire diritti culturali e linguistici alla minoranza curda. A ciò, si aggiunge che, durante la campagna politica, la risoluzione del conflitto ha iniziato a vacillare non soltanto per una serie di crisi interne che l’AKP ha dovuto affrontare, ma perché la scelta del suo schieramento di candidati ha fatto perdere la fiducia dei curdi verso il partito stesso.

L’HDP, perciò, si è posizionato fin dal principio come una piattaforma d’opposizione contro l’AKP, ma ora non può contare soltanto su una capitalizzazione dei sentimenti anti-AKP. Piuttosto, deve cercare di emergere come una forza positiva foriera di cambiamento. Il partito, infatti, fa ora parte dei processi istituzionali e può essere un agente attivo per la soluzione della questione curda.

Curiosamente, il processo di pace potrebbe diventare la chiave di volta per un governo di coalizione, e l’AKP potrebbe essere un partner possibile. Il partito, del resto, è rappresentato in tutto il paese ed è l’unico ad avere una presenza significativa nelle province a maggioranza curda.

Ad ogni modo è ancora prematuro escludere una possibile coalizione tra AKP e HDP. Per ora, l’attenzione è stata rivolta solamente a Selahattin Demirtaş, dirigente di HDP, ma molto presto anche altre figure curde di spicco, come Abdullah Öcalan, il leader di PKK, potrebbero ottenere un ritorno di profitto dai risultati delle elezioni politiche.

In definitiva, per HDP potrebbe essere molto più desiderabile e pragmatico accontentarsi di raggiungere un accordo con AKP, a differenza di cosa suggerisce la sua attuale retorica.

Saban Kardas è presidente dell’ORSAM (Middle East Strategic Research Center) e membro del dipartimento di Relazioni Internazionali dell’università TOBB di Ankara

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