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La Tunisia e il regime di Bashar al-Assad

Marzouki

Di Ismail Dibara, Elaph (09/06/2014). Traduzione e sintesi di Marianna Barberio.

Da diverse settimane il governo tunisino sta varando la possibilità di riallacciare, almeno parzialmente, i legami con il regime siriano. Il 7 giugno il governo ha deciso, infatti, di riaprire la propria sede amministrativa a Damasco, previa pianificazione con le autorità locali. Si è insistito esclusivamente sul carattere amministrativo e sull’assenza di qualsiasi rapporto diplomatico, per garantire in tempi brevi “i servizi necessari alla comunità tunisina presente sul territorio e a tutti i tunisini confinati nelle carceri siriane.”

La decisione ha scatenato un violento dibattito a Tunisi tra il capo del governo e il presidente della repubblica, Moncef Marzouki, che rifiuta qualsiasi tipo di alleanza con un Paese testimone, da più di tre anni, di una lotta armata e sanguinaria.

La rottura nei rapporti tra i due paesi avviene il 6 febbraio 2012, quando la cosiddetta Troika tunisina (una coalizione formata da Ennahda, il Congresso per la Repubblica e il Forum Democratico per il Lavoro e le Libertà o Ettakol) decreta l’espulsione dell’ambasciatore siriano dal Paese, invitando gli altri Stati arabi a procedere nella stessa direzione in nome della spietata azione repressiva operata dal regime nei confronti dei rivoltosi.

Il 7 febbraio dello stesso anno, il governo di Bashar al-Assad perde legittimità agli occhi del presidente Marzouki. Il 24 dello stesso mese, si tiene a Tunisi la Conferenza degli Amici della Siria che riunisce, insieme al governo della Troika, più di sessanta Paesi con il Consiglio Nazionale dell’Opposizione Siriana e altre componenti della rivolta, in vista di una risoluzione prossima del conflitto. La Siria risponde con l’uccisione di centinaia di tunisini e l’arresto di molti altri, definiti “terroristi” perché inviati ad appoggiare le file dell’opposizione sunnita radicale.

Ecco allora che in Tunisia attivisti e nazionalisti fedeli al regime di Assad continuano a manifestare per il ripristino degli antichi legami tra i due Paesi, temendo principalmente per le condizioni di vita in cui riversano i propri concittadini. Questi ultimi sono stati privati di qualsiasi sostegno esterno nel momento in cui la Tunisia ha preso le distanze dal governo siriano.

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