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Tunisia: a Sidi Bouzid, cinque anni dopo la rivoluzione, la disillusione è radicata

(Al Huffington Post Maghreb). Un gigante ritratto di Mohamed Bouazizi si affaccia sul centro di Sidi Bouzid, dove l’icona della rivoluzione tunisina si era ucciso il 17 dicembre 2010. Ma cinque anni dopo, l’orgoglio ha lasciato il posto al risentimento, alimentato dalla povertà sociale e dalla minaccia terroristica.Il 17 Dic 2010, Mohamed Bouazizi, un venditore ambulante di 26 anni, schiacciato dalla precarietà e dalle molestie della polizia, si è dato fuoco, innescando la rivolta che avrebbe rovesciato in quattro settimane il dittatore Zine El-Abidine Ben Ali e quindi generato un’onda di rivolte nel mondo arabo. Oggi, cinque anni dopo, le autorità devono porre la prima pietra di un “museo della rivoluzione” a Sidi Bouzid.

La Tunisia, che ha avuto una transizione politica di successo, è come un sopravvissuto in una regione tormentata. Ma l’economia resta ferma.

A livello nazionale, il tasso di disoccupazione supera il 15%; raggiunge il 32% tra i giovani laureati, un dato che sale a oltre il 46% nel governatorato di Sidi Bouzid, una regione da molto tempo ferma, con circa 400.000 abitanti.

La libertà acquisita con la rivoluzione “è buona, ma non ci dà cibo”, insiste un cinquantenne che vuole rimanere anonimo e che vende usato al mercato dell’abbigliamento. Come molti, Mohamed Azri non esalta l’era di Ben Ali. “Io non glorifico la persona, ma bisogna vedere come si stava prima. Ed si stava meglio prima”, afferma.