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Torture..cambiano i regimi ma non i vecchi metodi

Ahram Online (15/10/2012). 32 morti sospette,88 casi di tortura e 7 di violenze sessuali, sarebbero questi i crimini commessi dalla polizia egiziana durante i primi 100 giorni del presidente Morsi secondo il Nadim Centre for Rehabilitation of Torture Victims. Secondo l’organizzazione infatti, almeno 34 persone sarebbero state uccise all’interno di commissariati,carceri o luoghi pubblici.

Si aggiungono alla lista anche almeno 8 casi di attivisti politici sequestrati e sottoposti a torture o abusi e almeno dieci episodi di manifestazioni disperse con l’uso della forza, seguiti da arresti sommari, come avvenne alla Nile University il 17 settembre scorso.

La condanna dei barbari metodi utilizzati dalla polizia e le richieste di rivedere i metodi di addestramento delle forze dell’ordine furono punti di forza delle proteste che portarono alla cacciata di Hosni Mubarak, ma ad oggi, come afferma Magda Adli, direttrice del Nadim Centre, poco è cambiato: “possono essere al potere i Fratelli Musulmani al posto del vecchio Partito Democratico Nazionale, ma ben poco è cambiato”.

Il problema dimostra che l’intera “struttura” andrebbe riformata da zero: non basta cambiare i vertici di comando, bensì occorre rivedere i metodi di training e addestramento e sensibilizzare le nuove leve sul rispetto dei diritti umani. Una vera rivoluzione insomma.

Luca Pavone