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Marocco: tendenze della chirurgia estetica e islam

Telquel (23/11/2012). Traduzione e sintesi di Emanuela Barbieri.

Un business che non conosce la crisi. Seni rifatti, liposuzioni, operazioni intime, trapianto di capelli. Sono sempre più numerosi i marocchini, uomini e donne, che ricorrono alla chirurgia plastica. Questa è l’alta stagione: per essere in forma d’estate, bisogna “ritoccarsi” adesso.

La location è un lussuoso edificio di quattro piani nel ricco quartiere Anfa di Casablanca. La “Guess Clinic“, diminutivo di Guessous, il proprietario dello stabilimento.

Dopo aver operato in Francia, da una dozzina d’anni il dottor Guessous si è stabilito in Marocco dove ha potuto osservare le tendenze dei marocchini in rapporto alla chirurgia estetica. I pazienti non sono più solo gli appartenenti a una classe sociale privilegiata, testimonia il professore, ma studenti che mettono da parte denaro per rifarsi il corpo, o signore velate i cui figli si accordano per pagare un lifting, o giovani impiegati che fanno credito per liposuzione e rimodellamento della silhouette.

Con tariffe dimezzate rispetto agli anni ’90 e grazie alla diffusione di internet, la chirurgia estetica è “democratizzata”.

Non si gioca solo in casa. Infatti, il 50% dei pazienti sono per lo più francesi, svizzeri o cittadini dei Paesi del Golfo che uniscono l’utile al dilettevole per un “lifting al sole”, un pacchetto che include intervento e soggiorno benessere a costi competitivi.

In Marocco, le donne costituiscono la maggioranza dei pazienti, eppure anche l’uomo marocchino si interessa sempre di più al suo corpo cercando di essere conforme alle norme di bellezza attuali. Un segno dei tempi moderni, certo, che si accompagna a un cambiamento di mentalità. Rispetto a qualche anno fa, le donne ne parlano più facilmente tra loro mentre gli uomini, che costituiscono tra il 10 e il 20% dei pazienti in Marocco, percentuale corrispondente alla media internazionale, diffidano ancora dagli interventi troppo incisivi e “evidenti”. La sessuologa Amal Chabach ha notato inoltre l’emergere di un nuovo fenomeno: “Sempre più uomini mi chiedono un consulto per aumentare la taglia del loro sesso. Non ci sono statistiche, ma posso dire che ne ho visto l’aumento durante i miei 12 anni di esercizio; diciamo 4, 5 casi al mese”.

E l’islam in tutto ciò? La religione è un ostacolo?

A volte sì, come ci dimostra un aneddoto del dottor Guessous consultato da una signora di una certa età, interessata a un rinnovamento del viso. “Mi ha chiamato in lacrime alla vigilia dell’intervento. Dopo la preghiera aveva chiesto la benedizione all’imam della sua moschea, il quale no ha approvato. Infine, la paziente ha rinunciato a toccare “l’opera di Dio” “.

A volte no, come racconta un altro medico di quando una paziente con indosso il velo integrale è andata a consultarlo. Ricoperta dalla testa ai piedi, non si sognava nemmeno di scoprirle il volto, un po’ per lei, più per il marito. “Non osavo approcciarla, non sapendo come comportarmi con lei avevo anche tentato di farle dire dalla mia assistente che non c’ero”, ma niente. La paziente insisteva. Era venuta per rifarsi il seno e voleva andar via con una idea di come sarebbe stata la sua nuova figura. “Si è spogliata tranquillamente davanti a me e si è lasciata visitare”, spiega.

Per il ricercatore Abdessamad Dialmy, la religione non autorizza il ricorso alla chirurgia estetica ma nemmeno la proibisce. “Chiunque può fare una fatwa pro o contro. Contro, perché Dio vi ha creato così, e se avete un grosso naso è per Sua volontà. Pro, perché Dio è bello e ama la bellezza, dunque questa non può dispiacergli. L’islam non ha un potere centralizzato, quindi i fouqaha (gli esperti di giurisprudenza islamica) possono emettere fatwa in un senso o nell’altro”.

A ognuno la propria scelta allora!

http://www.telquel-online.com/En-couverture/Enquete-Les-Marocain%28e%29s-soignent-leurs-corps/545

 

About the author

Emanuela Barbieri

Emanuela Barbieri è specializzata in Comunicazione Digitale e Internazionale, SEO Specialist e Consulente di Marketing digitale.
Grazie alla lingua araba ha realizzato progetti ponte tra l'Italia e l'area MENA - Nord Africa e Medio Oriente -, affiancando alla laurea in Lingue e Comunicazione Internazionale una formazione in ambito digitale: siti web, SEO, digital advertising, web marketing.

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