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Tempesta di critiche per il PJD

Dar AlHayat (22/07/12). Di Mohammed AlAchheb. Traduzione di Alessandra Cimarosti.

Per la prima volta il partito islamista marocchino “Giustizia e sviluppo” (PJD) ha dovuto affrontare una tempesta di critiche per aver ospitato nell’ultima conferenza a Rabat, una personalità israeliana. Il comunicato del “Gruppo di lavoro di supporto all’Iraq e alla Palestina” ha criticato la partecipazione di Ofer Bronstein, nella conferenza del partito, tenuta dal governo marocchino, affermando il suo rifiuto  a qualsiasi forma di naturalizzazione con “l’entità israeliana”.

Il comunicato inoltre, ha aggiunto che uno degli slogan della conferenza del partito sottolineava che “il popolo vuole la liberazione della Palestina” e che il partito “Giustizia e Sviluppo” è conosciuto per la sua opposizione alla naturalizzazione, il che ha sbalordito il pubblico.

Il presidente dell’Associazione marocchina per il Sostegno alla Lotta Palestinese “Mohammad Ben Jelloun” ha criticato ciò che è stato definito un cambiamento totale di posizione del PJD facendo riferimento alle precedenti posizioni degli attivisti del partito; la partecipazione di Ofer Bronstein in manifestazioni politiche e culturali è stata vista come una naturalizzazione e quindi le accuse sono di fedeltà al sionismo.

Un membro del Comitato delle Relazioni Internazionali del PJD, Idriss Bouano, ha dichiarato di essere pronto a dimettersi, in caso fosse dimostrata la sua incapacità nell’inchiesta riguardante il caso dell’ invito all’israeliano Bronstein. Bouano che pensa che dietro alla storia dell’invito ci siano attivisti del suo partito residenti in Francia, ha spiegato che l’invito di Bronstein è avvenuto nell’ambito del sostegno alla pace, e in particolare in un momento di apertura da parte di personalità arabe, musulmane, straniere e in risposta all’occupazione israeliana.

Le reazioni furiose però sono divampate in seguito alla pubblicazione di dati che dimostrano che Bronstein ha lavorato come consigliere dell’ex primo ministro israeliano Iitzhak Rabin.

Aveva avuto molto eco una notizia pubblicata dal giornale Attajdid, vicino al PJD, nel novembre dello scorso anno che aveva criticato l’ospitalità dell’istituto “Amadeus” gestito da Ibrahim AlFasi AlFihri, figlio del consigliere del re marocchino Tayeb AlFasi AlFihri; il giornale non avrebbe fatto riferimento intenzionalmente “alla nazionalità sionista di Ofer Bronstein”.

La polemica arriva in un momento in cui la magistratura marocchina si sta occupando del caso della “richiesta di chiusura dell’Istituto Amadeus”, presentato da avvocati marocchini, tra i quali Mustafa Ramid, prima che ottenesse il posto nel governo del primo ministro Abdelillah Benkirane. Questi avvocati accusano l’istituto di “insulto ai marocchini attraverso la naturalizzazione con i sionisti”. L’avvocato difensore dell’ “Amadeus” Yousef AlShahbi durante la seduta in tribunale che si è tenuta l’altro ieri a Rabat, ha diretto le proprie critiche al PJD, affermando che il partito che ha vinto le ultime legislative “ha ospitato un israeliano nell’ultima conferenza nazionale”.

Si prevede ora che il PJD in una riunione futura, cerchi di riaprire il dialogo sulla questione, alla luce della richiesta di scuse. In questo contesto il comitato esecutivo dell’Organizzazione per il rinnovamento studentesco ha dichiarato che l’aver ospitato Bronstein “è stato un errore che richiede necessariamente delle scuse al popolo marocchino”. L’organizzazione considerata il braccio destro studentesco del partito ha richiesto “ai deputati della nazione di presentare proposte di legge che condannino qualsiasi  relazione con l’entità sionista”.

È interessante osservare che alla conferenza del PJD hanno preso parte personalità provenienti da numerosi paesi, tra i quali il presidente dell’Ufficio politico della organizzazione palestinese Hamas, Khaled Meshaal.