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Sulla ricerca di una soluzione per la Siria

siria guerra
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Di Michel Kilo. Al-Araby al-Jadeed (13/03/2016). Traduzione e sintesi di Marianna Barberio.

Nessuno si recherà mai a dei negoziati persi in partenza. Nessuno potrà rifiutarsi di negoziare, con l’intenzione di astenersi dal raggiungimento di una soluzione, così come nessuno spingerà personalità incapaci o non qualificate al tavolo dei negoziati o nella ricerca di soluzioni valide.

L’equilibrio delle attuali potenze presenti in Siria non offre alcuna possibilità di attuazione di una soluzione politica. Gli intrighi e le scommesse in campo arabo, internazionale e regionale si muovono in direzioni contrastanti, ponendo poche speranze – o nessuna – nel raggiungimento di una soluzione. Da qui la perpetrazione di un conflitto irrevocabile che rende più difficile la fine di ogni sofferenza per il popolo siriano, anzi ne incoraggia la morte per mano del regime e dei propri alleati locali, regionali e internazionali. Ma come vi può essere soluzione quando l’altra fazione viene colpita da un flusso di armi proveniente da ogni direzione, nel momento in cui l’esercito libero siriano viene privato di tutto l’occorrente per evitare ulteriori sconfitte e conservare quei luoghi ancora esenti dall’attacco di mercenari iraniani o russi? 

È possibile riportare una vittoria parziale, o perlomeno locale, alla luce di simili condizioni che complicano maggiormente ogni tentativo di resistenza all’ex triplice alleanza? La decisione di una tregua risulta l’alternativa migliore al fine di proteggere la rivoluzione siriana da una parte e garantire, dall’altra, sicurezza al popolo arabo? Sopravvivranno i siriani alla successione del presidente americano, Barack Obama, con l’ingenua illusione di potersi affidare a un sostituto in grado di cambiare le politiche precedenti?

Il nostro bisogno si riflette nella necessità dei siriani di riformare le circostanze che hanno condotto alla designazione di una propria delegazione ai negoziati, che non ha servito la loro causa, permettendo ai propri sostenitori di riuscire laddove essi stessi hanno fallito e che ha concesso a mercenari iraniani o russi di strappare aree importanti all’esercito libero siriano, mutare i rapporti delle potenze, sfruttare la tregua attuale al fine di distruggerlo e diffondere infine disperazione tra i siriani.

L’esercito libero e l’opposizione potranno sconfiggere i propri avversari mediante la ripresa da parte del popolo dello spirito rivoluzionario e del grido originario di caduta del regime, testimone proprio in questi giorni di tregua di svariate manifestazioni in tutto il paese, rinnovando quindi il sentimento di opposizione a qualsiasi nemico in vista di una soluzione per la quale esser pronti a morire.

Rimane un ultimo quesito: è possibile per l’opposizione combattere da sola e costruire i propri successi sulla base delle conquiste di altre fazioni? Se da una parte ci scontriamo col silenzio dei siriani per timore di ostacolare il raggiungimento di una soluzione, dall’altra questo articolo ha tentato, in modo piuttosto garbato, di rispondere a tale quesito considerando i problemi scaturiti dagli errori della delegazione siriana e dall’interruzione di ricerca di una soluzione.

Michel Kilo è uno scrittore siriano, leader del Centro per la Difesa della Libertà di Pensiero e di Espressione in Siria, nonché membro della Coalizione Nazionale di Opposizione.

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