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Dubai: strade perdute

Arabtimes (14/07/2014). Traduzione e sintesi Carlotta Caldonazzo.

Dopo quattro anni di sevizie, due adolescenti pakistane riescono a sfuggire alla rete di trafficanti di donne destinate alla prostituzione a Dubai. Per aver denunciato i loro carnefici vivono nel terrore di essere uccise. In stallo l’indagine della polizia pakistana.

Zunera, 16 anni, sognava di diventare ingegnere informatico, sua sorella Shaista sognava una vita migliore. Per questo seguono una loro vicina, Ayesha, che promette loro un lavoro come estetiste nel suo salone di bellezza a Dubai. Appena arrivate a destinazione svela loro il vero scopo per cui le ha chiamate: la prostituzione. “Viaggiate con documenti falsi”, ha minacciato, “se dite una parola sarete consegnate alla polizia”. Durante la loro prima “serata di lavoro” a Dubai, Ayesha assiste per assicurarsi che le due ragazze esaudiscano bene le richieste dei clienti, mentre in seguito chiede a questi ultimi di lasciare i cellulari accesi per poter ascoltare. “Ogni volta che rifiutavamo di avere rapporti sessuali ci torturava”, denuncia Zunera: “Minacciava di ucciderci se avessimo detto qualsiasi cosa a proposito di questa casa di appuntamenti”. Zunera e Shaishta non potevano uscire né parlare tra loro o con le loro famiglie senza essere sorvegliate.

Periodicamente, Ayesha riconduceva le ragazze in Pakistan per il rinnovo dei documenti. Durante uno di questi viaggi, nel marzo 2013, hanno confidato tutto alla loro sorella Qamar, che ha negoziato con Ayesha per liberarle. Nonostante l’accordo, degli uomini legati alla sua rete hanno fatto irruzione a casa delle due giovani, sparando a Zunera, gravemente ferita a una gamba. Ricoverata in ospedale e operata d’urgenza, è stata quindi raggiunta da poliziotti corrotti, che l’hanno minacciata costringendola a camminare nonostante il dolore. Terrorizzata dalla banda di trafficanti di schiave sessuali e presa di mira dai vicini, la famiglia di Zunera e Shaista è stata costretta a fuggire. La magistratura pakistana ha aperto un’inchiesta, ma Ayesha, che si è consegnata spontaneamente una volta saputo della denuncia a suo carico, è stata rilasciata su cauzione. “Ogni settimana bande di criminali inviano decine di ragazze pakistane a Dubai” denuncia Zulfiqar Ali Bhutta, uno dei legali di Zunera, “ma nessuno fa mai nulla contro di loro” perché possono contare su conoscenti importanti tra dirigenti politici e polizia locale.

Secondo Syed Shahid Hassan, ufficiale di polizia di Faisalabad (dove ora vive la famiglia delle due giovani), centinaia di ragazze lavorano nei saloni di bellezza e nei locali di Dubai, ma non sono state raccolte finora prove sufficienti a dimostrare che anche una sola di loro sia prigioniera del racket della prostituzione. Un rapporto del Dipartimento di Stato USA ha messo in rilievo gli sforzi significativi delle autorità di Dubai per debellare il traffico di adolescenti, compresi programmi di protezione per chi decide di denunciare. Nondimeno molte adolescenti continuano a vivere nel terrore, prigioniere dei loro aguzzini.

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