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Chi sta vincendo in Libia?

Di Abdul Sattar Hatita. Asharq al-Awsat (02/08/2014). Traduzione e sintesi di Viviana Schiavo.

Dalla caduta del regime del colonnello Muammar Gheddafi, nella primavera del 2011, in Libia il potere è completamente scivolato dalle dita del nuovo governo. Quest’ultimo ha fallito nel raggiungere qualsiasi tipo di riconciliazione nazionale. Il vuoto di potere ha generato una serie di entità politiche che si sono velocemente trasformate in milizie con agende regionali, tribali o religiose. Il conflitto che infuria in questo momento può essere ridotto ad uno scontro tra quattro gruppi principali.

Il primo è composto dalle varie manifestazioni della militanza islamista, in cui ci sono almeno 20 gruppi armati formati da libici e stranieri. Questi fanno riferimento ad individui affiliati ad Al-Qaeda e ai Fratelli Musulmani di Misurata e il loro obiettivo principale è prendere il controllo dell’aeroporto di Tripoli. Sono, inoltre, impegnati in combattimenti feroci contro le forze del generale Khalifa Haftar, nell’Est della Libia. Tra le principali milizie ci sono la Brigata Scudo, ad Ovest di Tripoli, e Ansar al-Sharia, nelle città orientali di Bengasi e Derna.

Il secondo gruppo è formato da liberali e sostenitori dello Stato. Quest’ultimo ha controllato l’aeroporto internazionale di Tripoli per più di 2 anni e le sue due principali milizie sono la Brigata Qaqaa e la Brigata Fulmine. Queste due, insieme ad altre milizie più piccole, provengono dalla città di Zintan, a Sud-Ovest della capitale.

Il terzo gruppo è l’Esercito Nazionale, guidato dal generale Khalifa Haftar. Le sue forze sono stazionate principalmente nella zona Sud-Est di Bengasi e la loro strategia è basata soprattutto sull’utilizzo delle forze aree contro i radicali islamici. Diversamente dai primi due gruppi, la fazione di Haftar è relativamente nuova: è apparsa solo all’inizio di quest’anno, ma molti dicono che avrebbe il potere di ricreare il vecchio esercito libico. Tuttavia, il generale Haftar deve ancora ottenere il riconoscimento del governo o di una qualsiasi delle grandi tribù con la quale potrebbe condividere la lotta contro le milizie islamiste.

Il quarto gruppo è la sfera tribale, che è stata marginalizzata ed esclusa dalle milizie islamiste fin dall’inizio. Pur mantenendo un buon livello di coordinazione e consenso, le tribù non sono riuscite ad entrare né nel gruppo di Zintan né in quello di Haftar. La loro principale occupazione è consistita nel criticare il Gruppo di Misurata, che è stato accusato di essere dalla parte di Gheddafi durante la guerra civile.

Fonti interne dicono che i leader islamisti percepiscono da diverso tempo gli altri tre gruppi come una minaccia e questo ha incentivato l’arrivo di combattenti provenienti da Egitto, Tunisia, Algeria, Mali, Sudan e Yemen. Secondo diversi leader libici, la recente sconfitta degli islamisti alle elezioni parlamentari ha inasprito la guerra tra le forze dell’islam radicale e il resto della Libia. Inoltre, gli oppositori delle milizie islamiste affermano che Misurata e la Fratellanza hanno acquisito un’enorme quantità di armi negli ultimi tre anni.

Il palco è ormai pronto per ulteriori violenze e su una scala ancora più ampia.

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