Arabnews (17/08/2014). “Gaza, Iraq, Siria, Libia, Yemen, Egitto fanno tutti parte di una regione logorata dall’anarchia, dalla violenza e dalla distruzione dal 2011. Tuttavia c’è un’altra parte del Medioriente che è in netto contrasto con questa situazione: il Golfo”.
Così il sito di informazione saudita Arabnews tesse gli (auto) elogi delle petromonarchie del Golfo, così stabili, in piena crescita economica e affidabili per gli acquirenti di idrocarburi. Le rendite accumulate nell’ultimo decennio infatti garantiscono una sicurezza economica che fa comodo in periodo di crisi, anche perché consente di mantenere stabili le valute locali. Nondimeno il timore, per paesi che contano per la quasi totalità del loro budget sulle esportazioni di oro nero e gas e che devono compensare la carenza di generi alimentari, è che i paesi compratori conquistino l’autosufficienza energetica, un processo già in atto con l’estrazione (esiziale per l’ambiente) degli idrocarburi non convenzionali. Perciò via libera all’autocompiacimento economico, mentre sul piano dello sviluppo umano e del rispetto dei diritti fondamentali meglio soprassedere. The show must go on.
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