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Siria: sangue freddo

Al-Quds al-Arabi (27/09/2012). Diversi analisti locali hanno risposto alle parole pronunciate martedì dall’emiro del Qatar Sheikh Hamad bin Khalifa Al Thani davanti all’Assemblea generale dell’Onu. Sottolineando la gravità della situazione in Siria, Sheikh Hamad aveva infatti invitato a riflettere sull’eventualità di un intervento militare degli stati arabi contro l’esercito governativo e a favore dell’Esercito Siriano Libero, vista l’inefficacia dei tentativi di risolvere il conflitto per vie diplomatiche e politiche. A sostegno della sua tesi, l’emiro qatariota aveva ricordato l’esperienza delle forze di dissuasione  inviate dalla Lega Araba in Libano nel 1976. Quasi immediata la risposta di diversi esperti di geopolitica e terrorismo, tra i quali Mustafa al-Ani. L’intervento arabo in Libano si è rivelato un disastro e alla fine quasi tutti i paesi si erano ritirati, eccetto la Siria che ha richiamato le sue truppe solo nel 2005. I paesi arabi, ha spiegato, non hanno le capacità militari necessarie, oltre alle difficoltà che si incontrerebbero nel cercare consensi a una simile operazione. Come se non bastasse, un eventuale intervento contro il regime di Bashar al-Assad potrebbe scatenare una reazione di Iran e Russia e innescare un conflitto regionale.