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Siria: profughi e violenza domestica dopo l’amarezza della guerra

donna sirianaElaph (05/02/2013). La sofferenza vissuta dai rifugiati siriani fuggiti in Libano per scappare dal sanguinoso conflitto che sta avendo luogo nel loro paese ha lasciato dei segni indelebili sul piano psicologico, che molto spesso si riflettono su fenomeni di violenza domestica. Le vittime sono riluttanti nel parlarne o lo fanno attraverso parole colme di tristezza.

Mara ci racconta, nel tentativo di giustificare il nervosismo del marito, che egli in Siria era un avvocato. “Qui in Libano nessuno lo vuole assumere, questo lo rende moto irascibile”. Il medico Ghazi Assuad riceve giornalmente decine di donne nella sua clinica nell’ istituto di carità di Tripoli e dice “vedo tutti i giorni donne con una forza incredibile che si portano dietro tutta la famiglia e si presentano davanti a me, inaspettatamente”, ed aggiunge ” io inizialmente ero un chirurgo, ma molte volte mi sono rivolto ad uno psichiatra”. Secondo Ghazi Assuad molte donne sono state vittime di “violenze per mano dei militari e delle  famiglie. Molte sono state oggetto di violenza fisica o psicologica, a volte per mano dei loro mariti”.

Un rapporto pubblicato recentemente dalle Nazioni Unite ha sottolineato che circa il 30 per cento di un campione di 460 donne siriane sono state sottoposte alle minacce di familiari o militari e il 7% ha subito comportamenti sessuali non accettabili.