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Siria: le poche scelte dell’opposizione

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ilias harfoush
Ilias Harfoush

Harfoush nell’articolo pubblicato oggi 24-01-2016, accusa gli Stati Uniti di aver abbandonato la Siria. Invece di accennare ora a una “soluzione militare” contro Daesh, come ha fatto il vice presidente Usa, Joe Biden, sarebbe stato meglio minacciare tanto tempo fa il regime di al-Assad per risparmiare il sangue siriano che si sparge da più di cinque anni.

Di Ilias Harfoush. Al-Hayat (24/01/2016). Traduzione e sintesi di Emanuela Barbieri.

Il regime siriano e l’opposizione hanno perso da molto tempo tutte le carte a disposizione nella possibile soluzione del conflitto che distrugge da anni il loro Paese. I negoziati in corso si fanno senza prendere in considerazione la posizione dei siriani. Incluso il fatto che la decisione su quale debba essere la formazione della delegazione dell’opposizione per i prossimi negoziati di Ginevra, la stanno prendendo russi, americani, turchi o iraniani.

L’unica scelta rimasta nelle mani dell’opposizione è boicottare i negoziati. Posizione con costi politici molto alti, da aggiungere alla necessità del sostegno delle potenze regionali che appoggiano l’opposizione per attuare la pressione giusta sul regime di Damasco e sui suoi alleati.

Chiara la posizione russa che converge totalmente con il regime di al-Assad rifiutando la partecipazione dell’«Esercito dell’Islam» e dell’«esercito siriano libero» alla tavola dei negoziati. La posizione degli Stati Uniti coincide, in un certo modo, con quella russa. Il segretario di Stato John Kerry ha chiesto di sostituire i capi dei due “eserciti” con leader civili. Scelta che non può che essere applaudita da Bashar al-Assad e dal suo regime, che considera terroristi entrambi i gruppi che fanno parte dell’opposizione.

Tuttavia, la posizione degli Stati Uniti, che converge con Damasco, Teheran e Mosca (!) nel classificare i «terroristi» in questo conflitto, diverge con la visione della Turchia, un alleato strategico, circa la partecipazione dei curdi siriani nei negoziati.

Washington ritiene necessaria la partecipazione de «l’Unione Democratica», partito curdo siriano, nei negoziati perché sta combattendo «Daesh». Ankara pone un grande veto su questa partecipazione considerando detto partito una semplice fazione del «PKK», messo dalla Turchia in cima alla lista dei terroristi. I colloqui di Joe Biden, il vice presidente americano, con il premier Davutoglu non sembrano riusciti a risolvere questo contenzioso.

Tutta una situazione che mette a proprio agio il regime siriano. Incontrare punti in comune nella lotta contro il terrorismo dà beneficio ad al-Assad, allungando la sua vita politica. Da quando gli Stati Uniti hanno deciso di tirarsi fuori dal conflitto in Siria e di lasciare il campo libero a Russia e Iran, che agiscono solo per i loro interessi, è il regime di Damasco che determina a suo capriccio chi è «terrorista» e chi è oppositore.

Ilias Harfoush è un editorialista di Al-Hayat.

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I punti di vista e le opinioni espressi in questa pubblicazione sono di esclusiva responsabilità degli autori e non riflettono necessariamente il punto di vista di Arabpress.eu

About the author

Emanuela Barbieri

Emanuela Barbieri è specializzata in Comunicazione Digitale e Internazionale, SEO Specialist e Consulente di Marketing digitale.
Grazie alla lingua araba ha realizzato progetti ponte tra l'Italia e l'area MENA - Nord Africa e Medio Oriente -, affiancando alla laurea in Lingue e Comunicazione Internazionale una formazione in ambito digitale: siti web, SEO, digital advertising, web marketing.

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