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Siria, la prima missione di Guterres a capo delle Nazioni Unite

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Antonio Guterres
Il nuovo Segretario Generale dell'Onu e l'eredità delle complesse relazioni internazionali animate da nuove tensioni nel quadro del conflitto siriano dopo l'impiego delle armi chimiche da parte della Russia

Di Raghida Dergam. Al-Hayat (7/10/2016). Traduzione e sintesi di Silvia Lobina.

L’accordo dei membri del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite sulla nomina del portoghese Antonio Guterres come nuovo Segretario Generale dell’organizzazione arriva nel pieno irrigidimento delle relazioni tra gli Stati Uniti e la Russia e della stessa con l’Europa nel quadro del conflitto siriano. Questa nomina arriva, inoltre, sulla scia del deterioramento della reputazione dell’ONU, dovuto all’ incapacità dell’organizzazione di arrestare il massacro in Siria e al suo svincolamento rispetto al principio di responsabilità per crimini di guerra.

La prevedibile elezione di Guterres come Segretario Generale arriva come una sorta di accreditamento dell’uomo che si è occupato della questione dei rifugiati durante gli ultimi 10 anni. Questo esperto uomo politico non è un burocrate ordinario, essendo stato il primo Segretario Generale ad aver rivestito in precedenza il ruolo di primo ministro. Guterres ha iniziato la sua carriera politica all’età di venticinque anni, nel 1974, aderendo al Partito Socialista portoghese. Entrato in parlamento nel 1976, è stato presidente del blocco socialista nel 1988, per poi ricoprire la carica di primo ministro nel 1995, esperienza che lo ha reso un abile diplomatico.

Le sue ambizioni a livello internazionale erano chiare, prima come presidente del Consiglio europeo nel 2000, poi come Alto commissario ONU per i rifugiati. La sua esperienza e una campagna elettorale ben organizzata gli hanno permesso di vincere una battaglia per una posizione che sarebbe dovuta essere in un primo tempo di una donna o un candidato dell’Europa Orientale, secondo i suoi detrattori. L’uomo che assumerà la gestione dell’ONU è considerato da tutti come una personalità imprescindibile negli attuali frangenti. E come ha agito Guterres in mezzo alla retorica occidentale e russa che ha già cominciato ad agitare l’opinione pubblica sul terribile silenzio che riguarda i crimini di guerra e l’uccisione dei bambini nelle città siriane?

Attualmente non si hanno segni di rinnovamento nelle relazioni internazionali rispetto alla Siria e Mosca sembra del tutto intenzionata a proseguire la battaglia di Aleppo e a non perderla. Alla luce di ciò che prevede il “piano B” della Turchia, e dei paesi del Golfo sotto “l’ombrello” dell’Europa e con la benedizione degli USA, la fase che seguirà si presuppone piena di complessità per le relazioni internazionali, considerando ora il sanguinoso scandalo della Russia e dei suoi alleati nel conflitto siriano.

Non sarà facile per Guterres affrontare i media e non potendo attaccare la Russia cercherà di concentrarsi sull’intervento degli aiuti umanitari, situazione che richiede la tregua militare, mentre Ban Ki-Moon ha dato annuncio della nomina di una commissione d’inchiesta sul bombardamento del convoglio umanitario nelle campagne di Aleppo e la Francia ha avviato all’interno del Consiglio di Sicurezza la discussione sull’abuso delle armi chimiche nel conflitto siriano, richiedendo la loro interdizione come armi di distruzione di massa, tutte azioni che convergono in opposizione al fronte russo. Questa è l’eredità che attende Guterres.

Raghida Dergham è una giornalista libanese corrispondente da New York per il giornale panarabo di Al-Hayat.

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