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Siria: elezioni a rischio di boicottaggio

elezioni siria
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(Agenzie). Le elezioni parlamentari, indette per oggi in Siria dal presidente Bashar al-Assad, hanno incontrato il boicottaggio dei gruppi di opposizione, che vedono le votazioni come un tentativo del leader di Damasco di legittimare il suo potere sul paese. Argomento, quello del futuro di Assad, che è anche al centro della seconda sessione dei negoziati di pace promossi dalle Nazioni Unite, iniziata proprio oggi a Ginevra.

L’Alto Comitato per i Negoziati, il principale ente dell’opposizione coinvolto nei colloqui di Ginevra, ha definito le elezioni come “illegittime” e come una minaccia per il buon andamento dei negoziati e per la sopravvivenza del già fragile cessate-il-fuoco, in corso da circa 6 settimane. Le elezioni sono state inoltre criticate in quanto vanno contro la risoluzione del Consiglio di Sicurezza dell’ONU, che aveva previsto l’organizzazione di votazioni solo dopo un periodo di transizione di almeno 18 mesi.

Da parte sua, il governo britannico ha dichiarato che la decisione di Assad di svolgere le votazioni mostra quanto il suo governo “sia distaccato dalla realtà” di un paese dilaniato dalla guerra, definendo le elezioni come sintomo di una “posticcia democrazia di facciata”.

Tuttavia, la Russia, alleato chiave del governo di Damasco, ha dichiarato che le elezioni sono importanti per evitare “un vuoto di potere” in Siria: “I negoziati di pace di Ginevra potrebbero portare a un accordo su una nuova Costituzione e quindi a nuove elezioni”, ha detto il ministro degli Esteri russo Sergej Lavrov.

Questa mattina circa 7.200 seggi elettorali hanno aperto le porte nelle aree controllate dal governo, circa un terzo del territorio nazionale, dov’è concentrato il 60% della popolazione. Si tratta della seconda votazione dall’inizio della guerra nel 2011. Dei più di 11.000 candidati iniziali, sono circa 3.500 quelli rimasti in corsa per i 250 seggi in parlamento. “La maggior parte di loro sono ricchi uomini che vivono all’estero, è assurdo”, spiega Mayssoun, siriana di 35 anni, dicendo che non andrà a votare.