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Siria: al-Sharaa come alternativa ad al-Assad

Al-Sharq al-Awsat (08/10/2012). Il ministro degli affari esteri turco, Ahmet Davutoglu, ha espresso la possibilità che Farouk al-Sharaa, il vice-presidente siriano, prenda la guida del governo di transizione per porre fine alla crisi del paese, che va avanti ormai da più di 18 mesi. Davutoglu ha aggiunto che al-Sharaa “è un uomo intelligente, scrupoloso e non ha partecipato alle stragi”, sottolineando che anche l’opposizione “tende ad accettarlo”.

Com’è possibile?

Naturalmente, il fatto che tale proposta venga da una figura come il ministro degli esteri turco non può essere ignorata, anche se quest’eventualità era già stata menzionata e respinta con forza dal presidente al-Assad. Perché ora viene riformulata dal ministro turco?

Il motivo di questa riproposizione è forse da cercare nel fatto che una simile mossa comporterebbe l’appoggio dell’Iran e della Russia nel risolvere la crisi siriana senza dover necessariamente dover distruggere l’intero regime. Quindi sembra che affidare il governo di transizione a al-Sharaa sia un modo per rassicurare russi ed iraniani che la loro influenza in Siria non finirà di colpo, anzi ridurrà i danni.

Ma la questione non è così semplice, in primo luogo per il fatto che l’opposizione non ha mai distinto tra chi sostiene o meno al-Assad ed in secondo luogo perché la guida del paese sarebbe comunque concessa ad uno dei pilastri del regime, appunto al-Sharaa.

Ad ogni modo, né dalla Russia né dall’Iran sono giunti ancora dei segnali significativi. Resta dunque da porci una domanda: la proposta delle Turchia vuol dire che ormai abbiamo fatto tutto quanto in nostro potere e che al-Assad, i russi e gli iraniani ancora non ci ascoltano? Forse.

Articolo di Tariq al-Homayed

Traduzione di Roberta Papaleo