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Siria: ad un anno dalle rivolte, l’obiettivo rimane la caduta del regime

Elaph (05/03/2012). Esplosioni e manifestazioni spontanee per le strade di Damasco.In questo modo le forze dell’opposizione “festeggiano” il primo anniversario della rivoluzione siriana. Da allora circa 8500 persone sono state uccise, in maggior parte civili. Le dichiarazioni del regime non sono, però, molto cambiate da allora. Ancora oggi  le autorità siriane continuano a sostenere che dietro alle violenze, ai massacri ed ai bombardamenti ci siano le “forze armate terroriste”, appoggiate da potenze esterne che hanno interesse a destabilizzare la Siria. In tutto ciò il mondo si dimena tra le diverse posizioni delle super potenze che vanno dall’intervento militare all’azione diplomatica. Intanto, secondo il Commissario delle Nazioni Unite per i Rifugiati, il  numero dei profughi siriano sarebbe arrivato a 300 persone, dall’inizio della rivoluzione, e l’Alto Commissario per i diritti umani dell’ONU  ha deciso l’invio di osservatori nei paesi confinanti con la Siria per raccogliere informazioni sulle violenze e sulle atrocità subite nel loro paese.