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Una settimana di buone notizie per la Palestina 

Di Daoud Kuttab. Al-Arabiya (16/10/2014). Traduzione e sintesi di Roberta Papaleo.

Dopo il collasso dei negoziati di pace israelo-palestinesi di aprile, la guerra su Gaza di luglio, le migliaia di migranti verso l’Europa di agosto e le guerre di parole tra le sue due maggiori fazioni in settembre, la Palestina ha inaspettatamente ricevuto qualche buona notizia questa settimana.

Tutto è iniziato con l’annuncio del nuovo primo ministro svedese sul riconoscimento dello Stato di Palestina. Tale annuncio è stato seguito dalla conferenza dei donatori internazionali per la ricostruzione di Gaza tenutasi al Cairo, dove la promessa di 5.4 miliardi di dollari per la causa ha superato le attese dei palestinesi.

Prima del Cairo, il governo di unità palestinese capeggiato da Rami Hamdallah si era incontrato ufficialmente per la prima volta e ora il presidente Abbas dovrebbe visitare Gaza. Inoltre, a casa, un sondaggio sull’opinione pubblica ha dimostrato che i palestinesi appoggiano saldamente il governo di unità.

Londra è stata portatrice di notizie ancora migliori. Il parlamento britannico ha tenuto un dibattito pubblico sulla necessità di riconoscere la Palestina come Stato: un’enorme maggioranza di parlamentari si è espressa favorevole.

Persino gli israeliani stanno mostrando più flessibilità nei confronti di Gaza, permettendo per la prima volta ai gazawi di visitare Gerusalemme per l’Eid al-Adha e concedendo la prima spedizione di materiale edile. Alcuni in Israele ammettono che il blocco di sette anni sulla Striscia di Gaza si è dimostrato inefficace.

Mentre questa serie di buone notizie è stata ben accolta, non si può fare a meno di cercare eventuali trappole in ognuna di esse.

L’incontro del governo di unità a Gaza è stato molto breve: l’amministrazione non ha ancora mostrato un vero controllo o una vera abilità nel prendere le decisioni difficili finché Hamas controlla la sicurezza. La decisione del parlamento inglese aiuterà molto a ottenere un riconoscimento in futuro, ma non ciò non vincola il governo di Londra. Infine, è probabile che i fondi per Gaza non vengano spesi nella maniera appropriata se gli israeliani non allentano seriamente il blocco sulla Striscia. Abbas potrebbe aver deciso di smettere di perdere tempo nei negoziati con Israele, ma non esiste una strategia alternativa che possa portare alla fine dell’occupazione e alla realizzazione della sovranità palestinese.

Nonostante questa sfilza di buone notizie, poi, la situazione in Cisgiordania non è affatto positiva.

La confisca delle terre continua, gli israeliani si impossessano delle case dei palestinesi a Silwan e le incursioni alla moschea Al-Aqsa vanno avanti ogni giorno senza fare troppa notizia. I palestinesi stanno ancora cercando una formula che possa mettere fine all’occupazione e le condanne contro le colonie israeliane da parte della comunità internazionale non sembrano avere un impatto concreto.

Mentre il sostegno finanziario e politico va di certo abbracciato, la notizia più importante della settimana è stato il progresso significativo, seppure simbolico, del governo di unità. L’attuale governo tecnocratico è solo di transizione (seguiranno le elezioni), ma gli sforzi fatti per ribaltare la divisione si spera dia i suoi frutti. Non accadrà nulla di sostanziale finché il popolo palestinese resta diviso. Più i palestinesi sono uniti, più verranno presi seriamente tanto dagli avversari quanto dagli alleati. La decisione di tenere una sessione di governo a Gaza parla chiaro, ma è solo il primo passo di una lunga strada verso la libertà e l’indipendenza.

È stato fatto un duro lavoro a Stoccolma, Londra, il Cairo e Gaza per raggiungere questi risultati. Altro duro lavoro, dedizione e unità nazionale sono essenziali per far sì che questo slancio duri a lungo.

Daoud Kuttab, giornalista palestinese, è il direttore generale della ONG Community Media Network.

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