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Sempre più arabi cristiani tra le fila dell’esercito israeliano

Di Abdelilah Majid. Elaph (08/03/2014). Traduzione e sintesi di Laila Zuhra.

Al contrario di quanto previsto per gli ebrei, gli arabi di Israele, che rappresentano il 20% della popolazione, non han’no l’obbligo di leva. Tuttavia, lo scorso anno si è assistito a un aumento esponenziale del numero di arabi cristiani arruolatisi nell’esercito israeliano.

Le nuove reclute sono figli di quei palestinesi che hanno resistito contro le forze ebraiche nel 1948 e che sono rimasti nella loro terra, pertanto non ci si aspetterebbe che essi imbraccino le armi per difendere lo Stato costituito sui territori della Palestina storica.

Padre Gabriel Nadaf, sacerdote della Chiesa greco-ortodossa, sottolinea che tutte le reclute arabe sono cristiani e, in quanto “minoranza nella minoranza”, li incoraggia ad arruolarsi per cercare di far emergere l’identità di 160.000 greco-ortodossi su una popolazione di 1,7 milioni di arabi che vivono in Israele.

Gli israeliani, e soprattutto il primo ministro Benjamin Netanyahu, hanno particolarmente a cuore l’arruolamento di arabi cristiani perché ciò darebbe prova della pluralità etnica e religiosa del Paese, in un momento in cui i negoziatori israeliani chiedono che la controparte palestinese riconosca Israele come “Stato ebraico”.

I palestinesi ritengono che il reclutamento di arabi cristiani nell’esercito israeliano sia un tentativo di minare l’identità palestinese e la stessa Hanan Ashrawi, membro del comitato esecutivo dell’OLP, ha affermato che questo fenomeno è una dimostrazione “del modo in cui il sistema israeliano pensa e agisce, definendo l’identità degli individui sulla base della religione e dando luogo a discriminazioni”.

Dal canto suo, Padre Nadaf, che nel 2012 ha costituito il “Forum di reclutamento israelo-cristiano”, non percepisce alcun danno nel fatto che gli arabi cristiani entrino nell’esercito, sostenendo che il servizio militare sia la chiave per farsi strada nella società israeliana per i cristiani che vogliono migliorare la loro condizione, così come hanno già fatto i drusi e i beduini. In un’intervista rilasciata alla rivista Times, Padre Nadaf ha dichiarato: “Basta con le chiacchiere sull’identità cristiana e sul nazionalismo dei cristiani in Israele. Noi vogliamo integrarci nella società israeliana ed essere membri attivi della comunità nella quale viviamo”.

Tra gli arabi di Israele le opinioni al riguardo sono le più disparate: mentre alcuni si dimostrano più indulgenti, altri condannano l’ingresso nell’esercito come tradimento, sostenendo che Israele non è il loro Stato e che gli arabi non godranno mai degli stessi diritti riconosciuti agli ebrei.

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