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Seguire la politica di Obama per non avere crisi

Di Tariq Alhomayed. Al-Sharq al-Awsat (21/07/2014). Traduzione e sintesi di Marco Bailo.

La domanda di oggi è questa: l’Occidente si è forse abituato a convivere con le crisi del Medio Oriente, dal momento che non se ne interessa più (come nel caso della crisi siriana)?

La risposta è semplice ed è che tutti sono preparati a convivere con la crisi del presidente Obama, ma non con la crisi dei Paesi arabi. Oggi tutti sono convinti dell’atteggiamento riluttante e incerto dell’amministrazione Obama nell’adottare posizioni serie riguardo a ciò che accade in Medio Oriente.

Per avere un quadro più chiaro: adesso ci troviamo di fronte alla sanguinosa crisi siriana, all’espansione dell’ISIS contro le ostinate posizioni di Nuri al-Maliki e ora anche la brutale ostilità israeliana contro Gaza. Nonostante ciò, l’amministrazione Obama continua a essere incerta, occupata nell’illusione di un accordo con l’Iran.

Quindi ciò che accade adesso è che tutti hanno deciso di convivere con la crisi di Obama come se non vi fossero altre crisi nella regione. L’amministrazione statunitense è incapace di destituire Al-Maliki al fine di costituire un governo unico nazionale iracheno che prepari ad agire e a lottare contro l’ISIS, cosa che non può esser fatta dagli americani da soli, né dalle popolazioni della regione.

L’amministrazione Obama è incerta nel prendere una posizione precisa su Bashar al-Assad. In passato costui aveva minacciato che quella sarebbe diventata una zona calda se fosse stato messo in discussione il suo posto di governo ed ecco che ora la regione si trova in un vero incendio. Di conseguenza la rimozione del detonatore nella regione si nasconderebbe nel guarire il dossier siriano. La caduta di Assad, o il suo decesso, avrà le sembianze di un colpo che spezza la schiena all’estremismo e al terrorismo nella regione.

Quanto detto sulla crisi di Obama non è soltanto un racconto arabo, ma anche americano. Basti pensare alla riflessione del giornalista David Ignatius pubblicata sul Washington Post, con cui ha criticato l’amministrazione Obama per la sua indecisione sull’Iraq e sulla Siria e che poi ha concluso dicendo: “si può essere simpatizzanti delle idee della Casa Bianca su un mondo caotico e allo stesso tempo può capitare di provare disgusto e di detestare la dominazione americana”. E ha aggiunto: “Quando si tratta di sicurezza nazionale, la Casa Bianca deve penetrare qualsiasi ostacolo e qualsiasi inerzia che incontra. Il resto sono scuse”.

Così, la crisi è la crisi dello stesso Obama e noi dobbiamo trovare un modo per convivere con essa per qualche tempo, purtroppo.

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