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I segreti dell’OPEC nel gioco della gestione del mercato del petrolio

Al-Bawaba (10/12/2014). Traduzione e sintesi di Rachida Razzouk.

Verrà realmente attuata la diminuzione della produzione petrolifera degli Stati dell’OPEC da 30 milioni di barili al giorno, a 29 o addirittura a 28? In breve, la risposta è no, non verrà attuata.

La domanda semmai dovrebbe essere: qual’è lo Stato o gli Stati che potrebbero ridurre la loro produzione fino ad un milione di barili al giorno, o due milioni, o più? La lunga storia dell’organizzazione rivela chiaramente chi potrebbe rispettare tale decisione, se la ritenesse ragionevole, e sono chiaramente gli Stati arabi del Golfo, ovvero Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti, Kuwait e Qatar. Supponendo, quindi, che questi Paesi abbassino effettivamente la loro produzione, in riferimento ad un concordato fra ciascun Stato membro dell’OPEC, che conseguenze avrebbe questa riduzione?

Russia e Kazakistan, e probabilmente anche Iran, Venezuela, Angola, Ecuador e forse Nigeria, ma anche tutti gli altri Paesi che producono petrolio, aumenterebbero, così, di più la loro produzione fino a quando gli interessati si renderebbero conto di ciò che starebbe accadendo realmente in relazione alla produzione totale mondiale, non solo quello prodotto dagli Stati membri dell’OPEC. I prezzi del petrolio ritornerebbero al livello normalmente determinato dal rapporto fra il totale effettivamente prodotto e il totale effettivamente richiesto, in aggiunta a quanto previsto dalla futura domanda e offerta, alla luce delle condizioni del tasso di crescita dell’economia mondiale presente e futuro.

Si è diffuso, così, il mito della straordinaria capacità dell’OPEC di determinare i prezzi e incrementarli ogni qual volta lo desideri ad un livello più alto di quello dettato dalle potenze del libero mercato. La diffusione di questo mito non rappresenta una coincidenza, ma si rivela essere uno stratagemma messo in piedi per motivi puramente politici, allo scopo di danneggiare la reputazione degli arabi, sin dalla fine degli anni ’70, prima ancora della comparsa di organizzazioni come Al-Qaeda e Daish che contribuiranno, anche loro, con i loro vergognosi operati, a screditare ulteriormente l’immagine degli arabi.

Analizzando obbiettivamente, per essere in grado di costituire una organizzazione o un gruppo monopolista o un “cartello” devono esser soddisfatte almeno due condizioni:

La prima è che gli interessi dei suoi membri combacino fra di loro o che almeno non ci siano conflitti di interessi. Potrebbe essere che gli interessi di ogni singolo stato membro dell’OPEC combacino con gli interessi di ogni altro stato fra gli stati membri? L’OPEC attualmente è composta da 12 Stati indipendenti, che godono di piena sovranità. È chiaro che fino a pochi decenni anni fa gli interessi degli Stati membri dell’OPEC non corrispondevano l’un l’altro e vi era un conflitto di interessi, sia sul piano economico, ma soprattutto sul piano politico. Possibile che gli interessi economici e politici del Venezuela siano compatibili con gli interessi dell’Iraq, ad esempio?

La seconda condizione necessaria per l’istituzione di un organizzazione monopolista o di un cartello è che l’unione dei membri dell’organizzazione riesca a controllare la maggior parte del prodotto: attualmente questa condizione non è realizzabile e finora non è stata raggiunta dall’OPEC. La produzione totale mondiale di petrolio stimata per la fine del 2014 si aggira intorno ai 91 milioni di barili al giorno e allo stesso tempo la produzione totale dei paesi membri dell’OPEC è stimata all’incirca sui 30 milioni di barili al giorno. Anche se gli interessi di tutti gli Stati membri dell’OPEC potessero corrispondere completamente fra loro su tutti i livelli, l’organizzazione, che produce meno di un terzo della produzione mondiale, sarebbe in grado di controllare l’incremento o il decremento dei prezzi?

In sintesi, qualsiasi analista non manca certo di considerare che sia allettante per i produttori non convenzionali, come Stati Uniti, Canada e i Paesi sia all’esterno che all’interno dell’OPEC che soffrono la soffocante crisi economica, chiedere agli Stati che sono in migliori condizioni una riduzione della produzione per innalzare i prezzi, anche se temporaneamente.

Chi cerca di controllare i fattori del mercato è paragonabile a chi vuole colmare il torrente con il suo mantello. Il peso dell’incertezza, la volatilità e la stabilità dei prezzi servono gli interessi sia dei consumatori che dei produttori. Gli interessi di tutti si realizzano lasciando determinare il prezzo ai fattori di mercato realizzando un bilanciamento fra domanda e offerta.

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